(www.byoblu.com) – Il progetto di alternanza scuola lavoro continua a generare polemiche. Imposto obbligatoriamente per tutti gli studenti all’interno della legge chiamata “Buona scuola”, non ha mai saputo chiarire il suo obiettivo finale: proporre agli studenti il giusto sbocco lavorativo a coronamento di un percorso di studi oppure prepararli alla precarietà oltre che ad accettare le dinamiche ribassiste del mercato del lavoro?
Finora le principali voci critiche sono arrivate dal lato studentesco, in particolare a seguito di alcuni fatti di sangue. Nel 2022 si sono infatti registrati ben tre incidenti che hanno portato al decesso di altrettanti ragazzi impegnati in progetti di alternanza scuola lavoro. Nel frattempo, però i programmi si allargano e il sospetto che questa strategia possa rappresentare una sorta di sottile propaganda per formare una nuova generazione si fa sempre più pressante.
Prendiamo per esempio quello che succederà in Sicilia a partire dal prossimo 7 febbraio. In quella data si terrà infatti la cerimonia di inaugurazione di un nuovo percorso di alternanza scuola lavoro che comprende 350 studenti di ben 7 istituti scolastici siciliani in collaborazione con la base militare di Sigonella. Dalle fabbriche del precariato la scuola decide così di spostare in massa i propri studenti nella maggiore base militare della NATO in Sicilia.
Tanto entusiasmo da parte deli dirigenti scolastici
Il prossimo 7 febbraio il Comandante del 41esimo Stormo e dell’Aeroporto dell’Aeronautica militare di Sigonella ha quindi organizzato una giornata dedicata alle firma delle convenzioni PCTO, ossia i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.
Oltre che dal lato militare, l’entusiasmo per questa discutibile iniziativa viene percepito anche dagli istituti scolastici. “Gettate le fondamenta per redigere la convenzione con la base aerea militare italiana di Sigonella che porterà diversi alunni ed alunne della scuola a sviluppare il significativo percorso di alternanza scuola lavoro in sinergia con l’importante base strategica etnea”, si legge sul sito istituzionale dell’istituto tecnico aeronautico Arturo Ferrarin di Catania.
Di diverso avviso sembra invece essere la voce dei sindacati di base della regione siciliana. Su tutti USB scuola Catania ha espresso il proprio dissenso rispetto a questa iniziativa: “Tutto ciò non accade per caso e accade in una Sicilia avamposto militare degli USA, della NATO e dello Stato italiano non solo nel Mediterraneo”. E in effetti non possono che sorgere diversi dubbi sulle reali finalità di questa iniziativa in un momento storico ben preciso.
La NATO addestrerà i ragazzi?
La base di Sigonella non è infatti di esclusiva competenza dello Stato italiano, ma è storicamente sotto un più o meno parziale controllo da parte degli Stati Uniti d’America. Fin dalla costituzione della NATO, nel 1949, la base di Sigonella ha rappresentato un centro strategico operativo delle operazioni dell’Alleanza Atlantica, mentre dal 1950 ospita unità della marina militare statunitense.
Addirittura dal 2004 la base di Sigonella è usata come deposito di difesa statunitense per servire come base di rifornimento per il Mediterraneo. Da Sigonella partono poi i Global Hawk, i droni per il pattugliamento e la ricognizione a largo raggio, quelli che nel 2011 hanno contribuito al bombardamento della Libia.
Insomma Sigonella potrebbe essere il simbolo della sudditanza dell’Italia nei confronti della NATO e degli Stati Uniti, che spesso hanno coinvolto il nostro Paese in interventi militari contrari agli interessi nazionali. Ecco che l’obiettivo principale della scuola di formare una coscienza critica in grado di contribuire allo sviluppo del Paese viene in questo caso del tutto a mancare, lasciando addirittura che l’educazione delle nuove generazione venga presa a carico dall’Alleanza Atlantica.