“L’Europa è di fatto in uno stato di guerra, non importa quello che dicono o come lo dicono. Non c’è più tolleranza. E vogliono che i Balcani occidentali e, ovviamente, il territorio della Repubblica di Serbia siano il loro cortile, che facciano le cose come loro vogliono. Se guardiamo da vicino gli ultimi mesi dall’inizio del conflitto russo-ucraino, questo è diventato uno dei maggiori problemi, che ci crediate o no, per la Serbia. Prima di tutto perché siamo sotto gli occhi del pubblico, perché non abbiamo imposto sanzioni contro la Federazione Russa, e poi a causa dei continui incidenti causati dal regime di [ Primo Ministro del Kosovo non riconosciuto Albin ] Kurti.
Sono arrivati cinque rappresentanti di tre stati europei: Germania, Francia e Italia. Mi è stato detto: devi accettare questo piano [ di negoziato con Pristina ] perché crediamo debba essere accettato, e se non lo accetti nella sua interezza de facto questo è un nuovo quadro negoziale. Dovrai affrontare in primo luogo l’arresto del processo di integrazione europea, in secondo luogo l’arresto e il ritiro degli investimenti, in terzo luogo misure politiche ed economiche generali che causeranno gravi danni alla Repubblica di Serbia. Questo e quello che hanno detto e sto citando”.
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