di Paolo Manzo – La CIA si è intromessa nella moderazione dei contenuti di Twitter per anni. Lo ha rivelato l’altro ieri l’ultima puntata dei “Twitter files”. I documenti interni dei social media rilasciati sabato dal giornalista indipendente Matt Taibbi, documentando come la piattaforma si sia spesso piegata alle pressioni della CIA. Stacia Cardille, un alto dirigente legale di Twitter, ha scritto al suo collega ed ex consigliere capo dell’FBI-James Baker: “Ho invitato l’Fbi e anche la Cia”. Baker, una delle dozzine di ex agenti dell’FBI e dirigenti nelle file di Twitter all’epoca, è stato licenziato questo mese per aver interferito nello sforzo di Musk di rivelare gli illeciti passati della società.
Da allora in poi, riunioni regolari della multi-agenzia Foreign Influence Task Force – a cui hanno partecipato Twitter e “praticamente tutte le principali aziende tecnologiche [tra cui] Facebook, Microsoft, Verizon, Reddit, persino Pinterest – “avevano “personale dell’FBI e uno o due partecipanti della CIA”. Attraverso il FITF, l’intelligence statunitense incaricava gli analisti di Twitter di laboriose indagini su account nazionali presunti di avere nefaste connessioni straniere, rivelano i documenti-aumentando man mano che le elezioni presidenziali del 2020 si avvicinavano, ma continuando fino al 2022.
I monitor dei contenuti di Twitter hanno analizzato i dati IP degli utenti, i numeri di telefono e persino valutato se i nomi utente fossero “Russiansounding” per confermare le accuse del governo, ma spesso non sono riusciti a farlo. Taibbi ha dimostrato anche come i rapporti dell’intelligence nel 2022 si sono sforzati di dare forma a narrazioni di notizie relative all’Ucraina e all’invasione russa. Un rapporto che elenca gli account presumibilmente legati alla “Propaganda neonazista ucraina” ha spinto Twitter a posizionare i siti che sottolineavano il ruolo lucrativo di Hunter Biden nel consiglio di amministrazione di Busima, la compagnia energetica ucraina, sotto blacklist.
Altri rapporti, tra cui uno dell’agosto 2022, comprendevano “lunghe liste di giornali, tweet o video di YouTube” che l’intelligence statunitense riteneva colpevoli di “narrazioni anti-ucraine”. “Le informazioni sull’origine oscura di questi account potrebbero essere vere. Ma così potrebbero esserle almeno alcune delle informazioni al loro interno sui neonazisti, le violazioni dei diritti nel Donbass e persino sul nostro stesso governo – si chiede Taibbi – Dovremmo bloccare questo materiale?”.
Tratto da www.nicolaporro.it