Secondo il Codacons, i dati Istat sulle vendite al dettaglio di ottobre sono “disastrosi” e alla base del forte calo sia su base congiunturale che tendenziale c’è l’ondata di rincari che si è abbattuta sui prezzi al dettaglio. “Rispetto al mese precedente le vendite scendono sia in valore che in volume, ma il dato davvero allarmante è il crollo dei beni alimentari che, rispetto allo stesso periodo del 2021, registra una diminuzione in volume del 7,9%”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “Numeri che equivalgono, al netto dell’inflazione, ad un taglio di spesa sugli alimentari pari a 445 euro annui a famiglia”, continua Rienzi.
Nella classifica dei prodotti più colpiti dalla scure dei consumatori ci sono al primo posto gli alcolici ai quali sono stati costretti a dire addio, del tutto o anche solo parzialmente, il 44% degli italiani.
Al secondo posto i dolci che vengono tagliati in quantità dal 44%, mentre al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% dei cittadini, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). Ma il carovita porta addirittura a ridurre gli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne acquista di meno. In situazione di difficoltà i meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).
Ma i dati dell’Istat attestano anche il forte cambiamento nelle abitudini di acquisto degli italiani, che puntano sempre più al risparmio per contenere gli effetti dell’inflazione. Non a caso i discount alimentari sono gli esercizi che hanno registrato l’aumento più sostenuto delle vendite, cresciute ad ottobre del +10,1% su base annua, a dimostrazione della maggiore attenzione delle famiglie verso i prezzi al dettaglio. “Un campanello d’allarme per il Governo che deve adottare misure più incisive per difendere il potere d’acquisto dei cittadini, calmierare i prezzi e sostenere i consumi”, conclude Rienzi.
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