Sarebbero stata le teorie sul ‘Nuovo ordine mondiale’, di cui antenne 5G e misure anticovid sarebbero una delle concrete espressioni, ad armare la mano del 26enne macedone arrestato a Livorno con l’accusa di aver dato fuoco ad alcuni ripetitori di telefonia.
Le indagini sono scattate dopo che, in soli tre giorni, tra il 29 ottobre al 1° novembre 2022, a Livorno si sono verificati 9 incendi dolosi commessi ai danni prevalentemente di ripetitori di telefonia, ma anche di due camper, di una motrice di veicoli industriali e di una centrale Terna dell’energia elettrica. I roghi sono stati causati utilizzando benzina o comunque liquido infiammabile e analoghi episodi, per modus operandi e obiettivi (ripetitori di telefonia mobile), si sono verificati poi nella frazione marina di Calambrone – Tirrenia (PI) e a Pisa rispettivamente il 3 e 7 novembre.
Le indagini, dirette dalla Procura di Livorno ed effettuate dalla Polizia di Stato, pur non escludendo altre piste, compresa quella anarchica, si sono ben presto indirizzate sul 26enne, la cui auto – come risultato dai video delle telecamere di sorveglianza – si trovava nei pressi di via dello Struggino, luogo dell’incendio al ripetitore di telefonia. Il giovane è stato anche sottoposto a pedinamenti giorno e notte e a intercettazioni e da questi elementi sono emersi ulteriori indizi idonei a consentire una ricostruzione di massima della vicenda ed a comprendere le motivazioni del gesto che sarebbero da ricondurre – spiegano gli investigatori – all’adesione incondizionata ad alcune teorie diffuse su internet secondo le quali sarebbe necessario attaccare l’instaurato nuovo ordine mondiale, di cui antenne 5G e misure anticovid sarebbero una delle concrete espressioni, perché funzionali al mantenimento di tale nuovo ordine occultamente formatosi.
Il Gip di Livorno ha disposto per il 26enne la custodia cautelare in carcere ritenendo sussistenti gravi indizi in relazione a due incendi avvenuti a Livorno il 1 novembre, un in via dello Struggino ai danni di un sito tecnico ospitante i ripetitori telefonici WIND3 e Vodafone e uno in Via Salvatore Orlando, ai danni di un veicolo industriale, e a quello del 7 novembre a ripetitori telefonici Wind3 e Iliad di Pisa. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia di Stato che ha perquisito l’abitazione del macedone sequestrando alcuni documenti e supporti informatici di interesse investigativo.
Nel corso dell’esecuzione del provvedimento di custodia cautelare il 26enne, anche grazie all’attività di sostegno effettuata da personale della Digos di Livorno specializzato nell’attività di sostegno psicologico e negoziazione, ha consegnato un documento scritto – ora all’esame del Pm – in cui ribadisce i concetti prima richiamati. Successivamente l’arrestato è stato trasferito presso la casa di reclusione delle Sughere in attesa che il Gip fissi l’interrogatorio di garanzia. ADNKRONOS