Migranti, Humanity: ricorso al Tar contro decreto del governo

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Sono 144 i migranti fatti sbarcare dalla nave Humanity 1, della ong ‘Sos Humanity’, entrata nella serata di sabato nel porto di Catania. L’ong ha presentato un ricorso al Tar di Roma contro i provvedimenti del Governo perché violerebbero “il diritto internazionale e italiano”. Ad annunciarlo è l’Ong in un comunicato.

“Secondo il diritto internazionale – sottolinea Mirka Schäfer, Advocacy officer di Sos Humanity – un’operazione di ricerca e soccorso si conclude con lo sbarco dei sopravvissuti (clandestini, ndr) in un luogo sicuro. È illegale consentire lo sbarco solo a pochi eletti sopravvissuti. Inoltre, respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di respingimento collettivo e quindi viola sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati”.

Sabato sera, sottolinea l’Ong, “era stato ordinato alla nave di soccorso dell’organizzazione, la Humanity 1, di entrare nel porto siciliano di Catania. 144 persone precedentemente salvate da un’emergenza in mare sono state autorizzate a scendere a terra. Tuttavia, le autorità hanno rifiutato di consentire lo sbarco di 35 dei 179 sopravvissuti a bordo dell’Humanity 1. Hanno anche chiesto al capitano di ripartire dal porto con a bordo i 35 superstiti, cosa che domenica ha rifiutato di fare citando il diritto marittimo”.

Il 4 novembre, dopo 13 giorni di attesa per un porto sicuro e con a bordo 179 persone, la nave di soccorso Humanity 1, riferisce l’Ong, “ha ricevuto un decreto firmato dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetti e delle Infrastrutture e Mobilità Matteo Salvini. Il decreto vieta all’Humanity 1 di sostare nelle acque territoriali italiane più a lungo di quanto ‘necessario per le operazioni di soccorso e assistenza a persone in condizioni di emergenza e in condizioni di salute precarie'”. A Humanity 1, sottolinea l’Ong, “non è stato assegnato un luogo sicuro per i sopravvissuti, come previsto dal diritto marittimo internazionale.

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Nella notte dal 5 al 6 novembre, 144 sopravvissuti a bordo dell’Humanity 1, riferisce l’Ong, “sono stati selezionati dai rappresentanti del Ministero della Salute, tra gli altri, per poter scendere a terra. ‘La selezione è avvenuta in condizioni arbitrarie e inadeguate’, riferisce Till Rummenhohl, Head of Operations. 36 dei sopravvissuti sono stati classificati dalle autorità come ‘sani’ e hanno dovuto rimanere a bordo. Dopo che gli è stato detto che non potevano sbarcare, uno di loro ha perso conoscenza, è crollato e ha dovuto essere prelevato da un’ambulanza. Da allora, 35 sopravvissuti rimangono a bordo dell’Humanity 1”.

Ricorso al Tar del Lazio ma non solo. L’ong Sos Humanity annuncia anche che “avvierà un procedimento accelerato davanti al tribunale civile di Catania per garantire che sia garantito il diritto dei richiedenti a bordo di Humanity 1 di accedere con urgenza a una procedura formale di asilo a terra. Sos Humanity richiede che tutti i 35 sopravvissuti possano sbarcare immediatamente dalla nave”.

“Non posso lasciare il porto di Catania, dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale”, dice Joachim Ebeling, comandante della Humanity 1. “I naufraghi rimasti a bordo – aggiunge- sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. E’ difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi”.  ADNKRONOS