Sullo “sbarco selettivo” dei migranti attraccati al porto di Catania con la nave ong Humanity 1 si leva forte la voce dei vescovi italiani, che definiscono “un attacco alla democrazia” la singolare cernita fatta sulla pelle di esseri umani. La veemente protesta si concretizza nelle parole di monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa di immigrazione, oltre che presidente della fondazione Migrantes. Perego, in un’intervista, riflette con preoccupazione su quanto sta avvenendo nel porto siciliano, con ancora tre navi in acque italiane che attendono di poter dare un attracco sicuro a centinaia di persone bisognose di cure e assistenza.
“Affrontare in questa maniera la situazione che sappiamo – dice l’esponente della Cei -, e cioè di persone in fuga, visto che conosciamo i Paesi da cui provengono, attraverso una selezione o fermando in mare per diversi giorni e non prevedendo il soccorso di tutte queste persone, mi sembra un attacco alla democrazia e anche un rischio grave. Anziché modificare il regolamento di Dublino e impegnare tutte le nazioni europee in una solidarietà, come si era avviato con i 21 Paesi Ue, c’è il rischio che si ritorni ai nazionalismi e l’Italia in questo caso corre il rischio di restare sola ad affrontare la situazione, essendo al confine, mentre per noi è molto importante un coinvolgimento di tutti i Paesi europei”.
Monsignor Perego chiede al governo di soccorrere tutti: “È molto importante mettere al centro i soccorsi in mare e lavorare come si era iniziato nel modificare il regolamento di Dublino, nella responsabilità di tutti nell’accoglienza. È molto importante che anche il nostro governo lavori in questa direzione e non dia segnali contrari”. Il presidente della fondazione Migrantes chiede di lasciare da parte “operazioni di maquillage, aggrappandosi non si sa bene a quali diritti, per dimenticare un diritto fondamentale che è il diritto alla protezione internazionale di queste persone. Non si possono dimenticare i volti e le storie di persone attaccandosi a cavilli politici e non impegnandosi nella tutela piena di questo diritto costituzionale”.
Perego allarga il discorso agli altri Paesi europei. “Questa situazione deve interpellare l’Europa perché si riprenda il Mediterraneo come Mare nostrum. Tutelare i diritti fondamentali di persone in fuga credo sia uno degli aspetti importanti”, dice ancora l’esponente della Cei, ricordando che la missione “Mare nostrum” (per il salvataggio dei migranti che cercavano di attraversare il Canale di Sicilia dalle coste libiche al territorio italiano e maltese tra il 2013 e il 2014) “aveva dimostrato che era ed è possibile salvare molte persone”.
Da qui l’appello di monsignor Perego: “Bisogna ridare soccorso in mare e valorizzare le Ong, che tra l’altro intercettano solo il 10% di coloro che di fatto sbarcano direttamente, come segnale importante di un disegno che deve allargarsi a tutti i Paesi europei, per fare in modo che il soccorso in mare sia una iniziativa dell’Europa”. https://www.rainews.it
ecco un’altro prelato schierato a sinistra