Il vertiginoso aumento del gas e dell’elettricità inizia a colpire duramente. “Io vedo attorno a me un sacco di persone che cominciano a mandare indietro le bollette. Non è una scelta politica: semplicemente non riescono a pagarle. Sono lavoratori e pensionati, gente che bene o male arrivava a fine mese, ma ora non ce la fa”, racconta il responsabile economia di Sinistra italiana Giovanni Paglia. “E con l’inflazione al 10% – prosegue – saranno sempre di più. Ci sono quindi alcune cose da fare immediatamente: bloccare i distacchi delle utenze; imporre un tetto massimo al costo di gas ed elettricità; restituire – conclude Paglia – i 50 miliardi di extraprofitti a cittadini e imprese”.
Ieri ci sono state proteste contro il caro bollette in varie città italiane. “Non riusciamo più ad andare avanti, stiamo pagando bollette quadruplicate. Ne risentono i cittadini e lavoratori, che prima o poi verranno licenziati dalle aziende costrette a chiudere”. E’ il grido di dolore dei rappresentanti dell’Usb – tra loro molti pensionati – che si sono dati appuntamento nel centro di Cagliari, sotto il palazzo dell’Enel e dell’Inps, per protestare contro il caro-bollette e denunciare le speculazioni delle multinazionali. I rappresentanti dell’Unione sindacale di base riportano una situazione drammatica per molte famiglie. Le bollette in mano ed esposte sui cartelloni, a sottolineare il peso di quelle cifre sui bilanci di una famiglia che non può permettersi i rincari.
Cosa succede se si paga in ritardo? Possono staccare la fornitura?
È un diritto del fornitore staccare l’utenza a chi non paga. Il cliente ha comunque un minimo di tutela. A partire dal 2013, infatti, l’Autorità (ARERA) ha stabilito che prima di un distacco della corrente elettrica c’è bisogno di un preavviso. Dunque la luce non può essere staccata senza un preavviso. In caso di pagamenti ritardati, sul mercato tutelato il fornitore può chiedere un interesse di mora (al tasso Bce, 1,25% oggi) maggiorato del 3,5%. La “messa in mora” arriva nei casi più gravi, via posta raccomandata o posta elettronica certificata (pec): indica un termine ultimo, una data precisa, per versare il dovuto e uno, differente, di sospensione della fornitura. Il distacco effettivo non può essere eseguito mai in ogni caso prima di 3 giorni lavorativi dal termine ultimo per il pagamento e 40 giorni (solari) dalla notifica della costituzione in mora.
Mercato tutelato
Altro tema: non è questo il momento di togliere le ultime misure che proteggono i consumatori del metano e dell’elettricità. O almeno, è quel che chiedono al governo e al parlamento associazioni diverse come la Confcommercio, l’Unione nazionale consumatori e il Codacons, che dicono no alla fine del cosiddetto “mercato tutelato”, fissata dalle attuali norme al 1° gennaio 2023 per il gas e al 10 gennaio 2024 per la luce. Il vasto bacino del mercato tutelato comprende tutti coloro che negli anni della liberalizzazione non hanno scelto un gestore sul mercato libero ma hanno continuato a pagare le tariffe fissate ogni tre mesi dall’Autorità dell’Energia (Arera); si tratta di 7 milioni e passa di utenti, più del 36% del totale. Il nuovo governo dovrà bloccare la fine del mercato tutelato dell’energia? Anche su questo punto si attendono risposte. www.today.it/attualita/bollette