Bce ‘avverte’ Meloni: “Scudo anti-spread solo a chi rispetta regole Ue sui conti”

Lagarde

Diversi analisti (non la maggioranza, a dire il vero) sostengono che un eventuale governo guidato Giorgia Meloni potrebbe sfidare l’Ue su riforme e Patto di stabilità. Se questo dovesse accadere, la “sfida” potrebbe riguardare anche la Banca centrale europea: l’aumento dei tassi di interesse deciso da Francoforte per contrastare l’inflazione, potrebbe avere effetti negativi sui Paesi a più alto debito pubblico, come l’Italia per l’appunto. La Bce, per farvi fronte, ha messo a punto il Tpi, il Transmission protection instrument, ribattezzato “scudo anti-spread”. Ma perché questo entri in funzione, occorrono “quattro criteri: rispetto delle regole di bilancio Ue, assenza di gravi squilibri macroeconomici, sostenibilità del bilancio e politiche macroeconomiche solide e sostenibili”. Lo ha ricordato la governatrice Christine Lagarde, intervenendo a Bruxelles alla commissione Econ del Parlamento europeo. Parole che sono state lette come un avvertimento all’Italia.

Secondo Lagarde, il Tpi “è stato progettato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate, con una flessibilità sufficiente per rispondere alla gravità dei rischi a cui è esposta la trasmissione delle politiche” della Bce, ma “è soggetto a un elenco di criteri di ammissibilità che il Consiglio direttivo utilizzerà per valutare se una giurisdizione persegue politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili”. In altre parole, il Tpi potrà essere utilizzato dai Paesi che ne avranno bisogno, ma a patto che le manovre fiscali non mettano a rischio la stabilità dei conti.

Dal canto suo, la presidente della Bce ha tenuto a precisare che il Tpi “non è pensato per un Paese in particolare”, ma è concepito per una situazione in cui “le cose vanno secondo il percorso stabilito, nel rispetto delle regole e del quadro regolatorio”, e ciò malgrado si verifichino “disordini di mercato non giustificati dai fondamentali o da errori macroeconomici che possono essere stati fatti”.

Il Tpi non è altro che un programma di acquisto titoli da parte della Bce per aiutare gli Stati che fanno fatica a finanziarsi sui mercati. L’altro strumento di Francoforte, ha ricordato Lagarde, è l’Omt, che ha “alcune condizionalità”, ossia porterebbe lo Stato richiedente a sottoscrivere un memorandum d’intesa sul modello di quanto fatto dalla Grecia. “Mi auguro che il Tpi sia sufficiente”, ha sottolineato la governatrice francese. Che ha chiuso il capitolo Italia con un “J’aime les italiens” (amo gli italiani), rispondendo con un elegante ‘no comment’ a chi le chiedeva un giudizio sull’esito del voto.
Inflazione e aiuti

Nel corso del suo intervento al Parlamento europeo, Lagarde ha anche avvisato che l’inflazione resterà alta a lungo, e che le prospettive per l’economia europea si fanno “più fosche”. Dinanzi a queste previsioni, “la politica economica deve essere disegnata in modo tale per cui vengano aiutati coloro che si trovano in stato di bisogno, non in modo da aiutare tutti”. In caso contrario, ossia con sostegni a pioggia, il rischio è di aumentare ancora di più la spinta inflazionistica.

La presidente della Bce si è anche espressa su come conciliare il rigore dei bilanci con la necessità di far fronte a inflazione e crisi energetica. Secondo uno studio del think tank Bruegel, finora i governi Ue hanno investito circa 314 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese. Secondo i calcoli dell’istituto, l’Italia è il terzo Paese dell’Eurozona per “peso” degli interventi sul Pil, circa il 3,3%. A tal proposito, il “consiglio” di Lagarde è chiaro: nell’area Euro “la politica economica deve essere disegnata in modo tale per cui vengano aiutati coloro che si trovano in stato di bisogno, non in modo da aiutare tutti”, perché altrimenti questo avrebbe effetti inflazionistici.  https://europa.today.it