I sindacati europei accusano la Commissione Ue di voler limitare il diritto di sciopero in tempi di crisi come la pandemia o la guerra in Ucraina. Il dito è puntato sulla proposta per l’introduzione di uno strumento di emergenza per il mercato unico (il Single market emergency instrument, Smei), che prevede misure di per garantire la libera circolazione e la disponibilità di beni e servizi essenziali in caso di crisi future.
La proposta, che dovrebbe venire presentata nei prossimi giorni, ha lo scopo di rafforzare l’unità e la solidarietà tra i Paesi Ue nelle situazioni più critiche, tutelando e dando priorità alle catene di approvvigionamento interne al blocco. Ma i buoni propositi di Bruxelles si scontrano non solo con i sindacati, ma anche con le imprese.
I primi, come dicevamo, lamentano il fatto che nella bozza della nuova legge si prevede l’abrogazione di un regolamento attualmente in vigore, il “Monti I”, che tutela espressamente “l’esercizio dei diritti fondamentali riconosciuti negli Stati membri, compreso il diritto o la libertà di sciopero” e “il diritto o la libertà di intraprendere altre azioni” da parte dei lavoratori. A fronte dell’abrogazione di questo regolamento, la Commissione si sarebbe dimenticata di prevedere una salvaguardia di questo tipo nella nuova legge.
“Il diritto di sciopero è indissociabile dal diritto dei lavoratori alla contrattazione collettiva e come tale non può essere limitato da misure di emergenza – si legge nella lettera inviata alla Commissione dalla Ces, la Confederazione europea dei sindacati – La preparazione e la risposta alle crisi non devono mai essere usate come mezzi per minare o mettere da parte i diritti fondamentali”. Secondo Isabelle Schoemann, segretaria confederale della Ces, “il rispetto dei diritti dei lavoratori è fondamentale per l’economia sociale di mercato dell’Ue e non può mai essere trattato come un ostacolo al funzionamento del mercato unico. Per questo la Ces chiede alla Commissione di rafforzare le garanzie per i diritti fondamentali in questa legislazione, in particolare per quanto riguarda i diritti sociali, dei lavoratori e dei sindacati”, ha detto.
Ma i sindacati non sono gli unici a protestare. La bozza di legge, infatti, prevede che in caso di crisi l’Ue possa adottare delle limitazioni alla libertà delle imprese nello scegliere i fornitori a cui affidarsi. L’idea di Bruxelles è di replicare in salsa europea il “Defense protection act” degli Stati Uniti, ossia imporre alle aziende Ue di rifornirsi in via prioritaria da altre imprese europee e non dall’estero durante i periodi di crisi. Chi non si adegua rischia multe pesanti. Inoltre, in base alla bozza del testo, le aziende potrebbero essere costrette a consegnare alle autorità pubbliche informazioni sulle loro catene di approvvigionamento.
Misure che le imprese europee ritengono troppo invasive e lesive della libertà imprenditoriale. “È positivo che con i piani per uno strumento europeo di emergenza la Commissione europea stia riportando l’attenzione sul mercato unico”, ha dichiarato in un comunicato Thilo Brodtmann, direttore esecutivo della Vdma, associazione che rappresenta l’industria meccanica tedesca. “Tuttavia, la Vdma respinge gli elementi dello strumento di emergenza che limitano la libertà imprenditoriale”, ha aggiunto. https://europa.today.it