19 lug – Gli elevati livelli di differenziale tra btp decennali e bund tedesco determinano ”perdite pari allo 0,9% del Pil e a 144mila posti di lavoro e maggiori oneri per interessi pari a 12,4 miliardi a carico del bilancio pubblico, 12,1 miliardi sui conti delle famiglie e 23,7 su quelli delle imprese”.
Questi i calcoli del Centro Studi di Confindustria, secondo cui ”le perdite di prodotto e occupazione abbattono il potenziale di crescita futura, vanificando parte degli sforzi effettuati con le politiche di risanamento e di riforma strutturale e minando il consenso a favore di quelle stesse politiche, che nell’immediato impongono inevitabili sacrifici” che ” invece di essere premiati con l’abbassamento dei tassi di interesse, sono accentuati punitivamente proprio dall’andamento stesso dello spread, lasciato in balia degli effetti-contagio tra paesi in difficolta’ e delle indecisioni e degli errori imputabili alle autorita’ europee”. Tutto cio’, conclude il Csc, ” fa montare il risentimento anti-europeo e lo spread perde cosi’ anche quella funzione di disciplina politica che inizialmente aveva ben agito”. asca