ROMA, 31 AGO – Aveva ripetutamente respinto le sue avances. Dopo l’ultimo ‘affronto’, quando lei ha detto no alla sua richiesta di matrimonio, lui le ha dato fuoco. La vittima, 19 anni, è morta dopo cinque giorni di agonia, ma prima è riuscita a denunciare il suo stalker e assassino alla polizia. L’ennesimo caso di violenza nei confronti di una donna è avvenuto martedì scorso in India, nel distretto di Dumka, nello stato nord-orientale di Jharkhand, scatenando le proteste in tutto il Paese contro le autorità, colpevoli di non aver agito tempestivamente per fermare lo stalker.
Bruciata viva nella sua camera
In base a quanto riferito dalla polizia, scrivono i media locali, l’aggressore, Shahrukh Hussain, musulmano di 19 anni, molestava la giovane di famiglia induista da “qualche tempo”. Quando la vittima ha rifiutato la sua proposta di matrimonio, Hussain l’ha sorpresa di notte mentre dormiva e, approfittando della finestra aperta, l’ha cosparsa di kerosene dandole fuoco. Le grida della giovane hanno attirato l’attenzione dei genitori che sono accorsi subito per aiutarla. Trasportata immediatamente in ospedale, i medici hanno detto che ha riportato ustioni sul 45% del corpo: Ankita, questo il nome della vittima, è deceduta domenica scorsa per insufficienza cardio-respiratoria.
La giovane è comunque riuscita a denunciare il suo stalker. “Abbiamo la sua dichiarazione in punto di morte”, ha detto Ambar Lakra, della polizia di Dumka. L’aggressore e un altro complice, Chotu Khan, che gli ha fornito il kerosene sono stati subito arrestati e saranno incriminati per omicidio. La polizia locale ha quindi emesso un’ordinanza per limitare “gli assembramenti pubblici, comprese le proteste e le processioni religiose” dopo che il caso ha provocato la rabbia dei cittadini. Allo stesso tempo, le autorità hanno costituito una task force per supervisionare le indagini. (ANSA).