Italia senza energia – Intervista all’ex ministro Alberto Clò: “L’establishment è responsabile di quanto sta accadendo sul gas. UE, sinistra e anche Draghi. Oggi tutti a scavare pozzi quando ieri si opponevano. Siamo a ricatto della Russia per scelte politiche sbagliate”
Come evitiamo il disastro sull’energia? Le imprese rischiano chiusure di massa e gli italiani di essere distrutti dalle bollette?
di Antonio Amorosi per www.affaritaliani.it – Chi governa e fa parte dell’establishment aveva tutti gli elementi per capire dove saremmo andati a parare. La guerra in Ucraina non è un avverso destino, è un calcolo preciso fatto da Putin di cui c’erano prima tutti gli elementi. Non si è fatto niente perché quando c’era da capire l’Europa girava la testa da un’altra parte. Che Draghi abbia dichiarato, più volte, che l’Italia sbagliò a legarsi troppo al gas estero mi sorprende”
Spieghi meglio
“Draghi è stato Direttore Generale del Tesoro per 10 anni, che è l’organo vigilante, è stato nel Consiglio d’amministrazione dell’Eni. Ora mi chiedo: lui a chi pone quelle domande? Le deve porre a sé stesso. Doveva dire: abbiamo, ho, sbagliato! Non chiedere a non si sa chi, a qualche entità evanescente del passato. Lui era nell’establishment governativo, quindi diciamo: molti hanno sbagliato, pochi, anzi nessuno, ha riconosciuto i propri errori”
L’energia era un problema a tempo, si sapeva…
“Perché si sapeva che non facendo gasdotti, non facendo le estrazioni, non facendo rigassificatori saremmo finiti nella bocca del leone russo. Ma coloro che sono responsabili di queste scellerate scelte sono ancora al governo, anche in quello locale.
E che si fa?
“La variabile energia è una variabile politica. Si è sempre ritenuto invece che fosse una merce come le altre, come il cibo e che quindi fosse giusto che dovesse prevalere il mercato, con le privatizzazioni ad esempio. Non si è capita l’essenzialità dell’Eni per dirne una. Se non ci fosse l’Eni le cose sarebbero ancora peggiori”
Per l’energia a basso costo dobbiamo tornare ad essere amici dei russi?
“No, no, quello no… Bisogna cambiare politica”
Come?
“La questione fondamentale di cui tenere conto, e che non si considera, è che non c’è gas… non c’è gas e perché non c’è? Perché l’isteria ecologista e la Commissione Europea negli ultimi 10 anni hanno bloccato gli investimenti. Adesso tutti vogliono estrarre gas in Italia ma quando c’è stato il referendum tutti, a partire dalla sinistra, erano contro l’estrazione e a favore del referendum. A cominciare dall’Emilia Romagna che adesso si fa paladina dell’aumento dell’estrazione di gas”
C’è stata una forte campagna di massa…
“Faccio l’esempio di Michele Emiliano governatore della Puglia che si oppose strenuamente alla costruzione del Tap, arrivando a chiedere miliardi di danni alla società che doveva costruire, per danno di immagine alla Puglia. Ebbene Emiliano è il più grosso sostenitore del raddoppio del Tap. Si sa perfettamente, con nome e cognome, chi ci ha cacciato in questa situazione. Tra due giorni uscirà un mio libretto, pubblicato da Il Sole 24 Ore, si chiama “Il ricatto del gas russo”, in cui spiego la situazione e le responsabilità. Qualcuno è stato mai chiamato a rispondere degli errori che ha fatto?”
Lei che dice?
Io dico sempre: diciamo le cose come stanno. È meglio che le cose siano migliori di quanto paventato che non peggiori. Negli altri Paesi stanno avvenendo discussioni, dibattiti specie da parte dei consumatori che si pongono la domanda: chi è responsabile di questa situazione? Io penso che si debba fare attenzione e riconoscere le chiare responsabilità di quanto sta accadendo”.
Cosa pensa delle sanzioni alla Russia?
“Le sanzioni europee alla Russia non sono valse a niente. Anzi direi che tutte queste sanzioni già al momento in cui erano annunciate vedevano balzi dei prezzi. Cosa significa? Che i mercati non credevano all’efficacia di queste sanzioni. I prezzi sono subito esplosi. Anche nel petrolio il problema è che non ce n’è in giro per il mondo. Non facciamoci illudere che la flessione dei prezzi sia un fatto strutturale, speriamo che lo sia, ma a mio avviso non lo è. Secondo me riprenderanno a crescere”.
E quindi?
“Tutto l’ambaradan delle misure europee non hanno sortito risultati, anzi. L’obiettivo era indebolire l’economia russa? Queste sanzioni, questi embarghi, hanno aumentato i ricavi della Russia. Quindi è un fallimento totale”
E l’idea di mettere un tetto ha senso o no?
“Il price-cap è una sòla (la regolazione del prezzo massimo di vendita, ndr), come si dice a Roma. Nessuno ha mai spiegato cosa sia effettivamente il price-cap. Cos’è? Uno sconto che noi chiediamo a Gazprom? O anche agli algerini? Come fai a farlo funzionare?”
Alcuni dicono bisognerebbe tentare di uscire dalla Borsa di Amsterdam. Il prezzo del gas negli Stati Uniti o in Giappone o nei Paesi extra Ue è triplicato da noi è invece 11 volte tanto…
“L’America è un altro mondo. Visto dove sono arrivati i prezzi ieri c’è un rapporto di 15-17 volte in meno. Chiudere le Borse? Non so se questa sia una scelta tecnicamente fattibile, forse lo è politicamente, ma tecnicamente non so se si possa fare perché ormai abbiamo creato le Borse e in qualche modo ci sarà sempre un mercato che si esprime su queste piattaforme organizzate o in altri modi”
Italia senza energia, le responsabilità di chi governa localmente…
“Faccio l’esempio dell’Emilia-Romagna. Quando ci fu il terribile terremoto del 2012 si arrivò a sostenere che quel terremoto era dovuto ad attività minerarie. Il governatore Errani istituì una commissione”
Mi ricordo…
“Bene. Errani chiedeva: che connessione c’era tra terremoto e attività minerarie? Dopo sei mesi questa commissione presieduta da uno straniero, perché se era italiano c’era un conflitto di interessi (ride), disse che non c’era nessuna correlazione perché non c’era nessuna attività mineraria. Ebbene oggi la regione Emilia-Romagna si propone come paladina per l’estrazione del gas. ‘Ma mi faccia il piacere’, direbbe Totò”
Lei dice: se non c’era alcuna estrazione mineraria vera come si poteva pensare che qualcosa del genere avesse procurato il terremoto?
“Appunto! C’era invece un sentimento anti fossili. Si preferì non dare le concessioni per estrazioni di cui si avvale adesso la Croazia. Cioè voglio dire: i giacimenti italiani vengono sfruttati dalla Croazia anche con il supporto dell’Eni perché mi sembra che l’Eni abbia delle concessioni”
(Ridendo) Potremmo ricomprare il tutto dalla Croazia? A un prezzo maggiorato ovviamente…
“Bravo, bravo, finirà che ricompriamo il nostro gas. Prima ci rinunciamo poi lo ricompriamo. La situazione attuale avrebbe richiesto politiche totalmente diverse in passato e nel presente. Le decisioni della Commissione Europea sono state non solo inefficaci ma costose”
Cosa fare oggi? Sicuramente l’Unione Europea deve agire diversamente…
“E non rincorrere queste sòle del tetto ai prezzi del gas che nessuno sa bene cosa siano. Sentivo anche ieri il ministro Di Maio dire che noi ci batteremo per il tetto al prezzo del gas ma non sapeva ben spiegare che cosa fosse. La verità è che l’Europa si è mossa tardi e male”
Possiamo fare diversamente?
“Anche se i nostri gradi di libertà non sono enormi possiamo dire che gli annunci hanno provocato effetti contrari a quelli voluti. E soprattutto dobbiamo prendere atto che siamo ostaggi della Russia. Allora la domanda è perché ci siamo cacciati in questa situazione? Perché l’Italia, perché la Germania hanno preferito legarsi mani piedi, e altri organi, alla Russia? Adesso ci vengono a dire che in due anni riusciamo a liberarci dal gas russo. Ma io mi chiedo: perché non l’avete fatto prima? Lei pensi che dopo la breve guerra in Georgia, nel 2008, che era in sedicesimi quella dell’Ucraina, Putin sostenne che lì c’erano due province russe esattamente come oggi parla del Donbass. Pensavo che l’Europa prendesse atto di quello che poteva avvenire. Invece no e l’Europa dopo il 2008 ha aumentato del 50% l’importazione del gas. Quando Cingolani sostiene che noi siamo messi meglio degli altri e che non c’è timore per quest’inverno io mi chiedo sulla base di cosa lo dice? Noi siamo messi peggio degli altri perché i prezzi del gas da noi sono ampiamente superiori a quelli della Francia, del Belgio e di tanti altri Paesi. Mentre Cingolani dice che tutto va bene il regolatore Arera mette fuori un documento dove dice che quest’inverno c’è il rischio che non ci sia proprio il gas e soprattutto dice che da ottobre raddoppieranno le bollette. Non può il governo e l’autorità pubblica con la mano destra rassicurare l’opinione pubblica e con la mano sinistra dire esattamente il contrario”
Cosa facciamo per bloccare questa escalation?
“L’altro aspetto in cui potremmo trovarci quest’inverno, speriamo non accada e non possiamo escluderlo, sono i piani di razionamento per cui la gente pagherà il gas carissimo e non ne avrà. L’altro giorno è arrivato a 75 dollari per milioni di btu. Pensi che nel 2020 era a 2 dollari, 2 dollari…. e non si è fatto niente per fermare questa escalation”.
Ma siamo condannati a questo tipo di disastro o l’Unione Europea può ancora fare qualcosa?
“L’Unione Europea che ha preso una serie di decisioni prive di senso e che due mesi fa ha detto adesso facciamo un piano di riduzione del 15% ma a quel punto i governi hanno risposto no, facciamo del 7% e non se ne parli più (ride)… io non la capisco. Invece la Germania che è un Paese serio ha detto noi quest’inverno dobbiamo ridurre i consumi del 20% e quindi imporremo tutta una serie di misure. Da noi ci si affida alle parole di Cingolani che dice che andrà bene ma non so perché si esprima in questo modo. Ma non ha nessun bisogno di accalappiarsi il favore dell’opinione pubblica o aspira a far parte del prossimo governo di centro destra?”
Abbiamo però una marea di imprese che rischiano di chiudere…
“Certo… certo…”
Vorrà dire persone senza lavoro
“E’ un disastro per l’industria italiana, un disastro…”