Ferie ‘negate’ a molti medici di famiglia che, soprattuto al Centro-Nord del Paese, non riescono a trovare sostituti per le vacanze estive. “Una situazione stressante per una categoria che ha dato molto in questi anni di pandemia, stremata in particolare dai carichi di lavoro dell’ultima ondata, con i molti contagiati da seguire e il forte carico burocratico”. A lanciare l’allarme attraverso l’Adnkronos Salute è Domenico Crisarà, vicesegretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), di cui è anche segretario per la provincia di Padova, sottolineando la necessità, a fronte di questo quadro, di una rapida riorganizzazione della medicina generale.
“Da tempo al Nord la carenza di medici di famiglia si fa sentire, così come la scarsa disponibilità di colleghi per le sostituzioni – continua Crisarà – un fenomeno che ora si osserva anche al Sud del Paese. La parte del Centro (Toscana, Marche, Umbria, Lazio) è già in sofferenza, mentre regioni come l’Abruzzo e la Campania sono ‘sul filo’. I colleghi ancora riescono a trovare sostituti”. E chi non ci riesce, “o deve rinunciare alle ferie o, nelle situazioni più favorevoli, si alterna con altri colleghi che, a rotazione, prendono in carico gli assistiti dell’altro medico, sobbarcandosi la responsabilità – precisa – di almeno 4mila pazienti tra i propri e quelli del collega”.
Difficile avere percentuali precise al momento, “ma ci sono sicuramente aree in cui oltre il 40% dei medici di famiglia – stima Crisarà – non riesce ad andare in ferie per mancanza di sostituzioni. Tutto questo in un periodo in cui c’è un super lavoro e si prevede un importante impegno per il prossimo autunno, tra influenza e Covid, oltre che per l’assistenza dei pazienti con cronicità. In pratica, non si riesce ad avere uno spazio di ristoro fisico e mentale. Basti pensare che nella provincia di Padova sono state pubblicate 147 zone carenti per la medicina generale e sono stati solo 21 i medici che hanno accettato l’incarico”.
La soluzione? “Lo diciamo da tempo – risponde il vicesegretario nazionale Fimmg – Serve riorganizzare la medicina di famiglia. In primo luogo investendo sul personale di studio, in modo che il medico possa fare il medico per l’intero orario: oggi ci sono almeno 4 ore al giorno di burocrazia”. Serve poi “mettere insieme i medici”, perché possano lavorare in forme organizzate che consentano collaborazioni. “Non ci sono altre soluzioni, quindi, perché nei prossimi 3 anni la situazione sarà peggiore di quella attuale – avverte Crisarà – visto che l’apice della curva dei pensionamenti la raggiungeremo nel 2025”. (Adnkronos Salute)