Tg1, l’inchiesta si allarga: nelle intercettazioni i rapporti con la mafia. La vicenda delle “flatulenze” rischia di diventare molto di più di un caso di stalking. La denuncia depositata dalla giornalista Dania Mondini, conduttrice del Tg1 impegnata sul fronte dell’antimafia, ha fatto emergere nuovi inquietanti retroscena. Le indagini – si legge su Repubblica – hanno portato su una pista parallela a quella dei “peti” e dei “rutti” di cui era vittima la donna, costretta dai capi a condividere l’ufficio con il collega che la infastidiva con rumori molesti.
Dalle intercettazioni, infatti, sono spuntati anche contatti tra il collega petomane e un uomo del calibro di Paolo Romeo, condannato in primo grado a 25 anni di carcere nel processo “Gotha” sugli intrecci tra ‘ndrangheta e massoneria, ritenuto dagli inquirenti al vertice della cupola reggina.
Il giornalista – prosegue Repubblica – che sarebbe stato impiegato per convincere la Mondini a subire in silenzio, vedendo altri colleghi fare carriera e lei denigrata, prima del 2018 è stato intercettato mentre chiedeva raccomandazioni all’ex deputato Romeo, già condannato nel 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre gli raccontava le dinamiche interne alla Rai.
“Se uno può evitare io evito sempre gli scontri e questo me lo insegnate voi”, diceva. Il redattore riferiva inoltre dei suoi servizi su Giuseppe Scopelliti, delle direttive che avrebbe ricevuto dai vertici del tg e delle influenze di alcuni politici sulla tv pubblica. Per poi sperare nella raccomandazione: “Io sono venuto da voi a chiedervi una cosa…”. Adesso a tremare sono i capi della Rai.
Gli indagati sono cinque dirigenti Rai: Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Marco Betello, Piero Damosso e Costanza Crescimbeni. Ma i difensori della giornalista hanno precisato che indicheranno agli inquirenti anche altre responsabilità. Una vicenda dunque che potrebbe allargarsi e portare i magistrati a scandagliare dinamiche particolari interne alla tv pubblica.