Occhi puntati anche sull’Ucraina. L’Organizzazione delle Nazioni Unite sta monitorando quando accade in guerra, dove ci sono state accertate violazioni dei diritti umani che “possono diventare crimini di guerra”. E questo, secondo Matilda Bogner, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani dell’Onu, non riguarda solo le forze russe.
Prigionieri russi torturati
“Abbiamo ricevuto informazioni credibili su torture, maltrattamenti e detenzioni illegali da parte delle forze armate ucraine sui prigionieri di guerra appartenenti alle forze armate russe e a gruppi armati affiliati“, ha detto durante un briefing tenuto martedì 10 maggio.
“Ciò – ha proseguito – viola le regole fondamentali del diritto umanitario internazionale. L’Ucraina e la Russia devono indagare tempestivamente ed efficacemente su tutte le accuse di tortura e maltrattamento dei prigionieri di guerra”. Un compito tutt’altro che semplice. Per la Bogner “il grande buco nero è Mariupol, dove è stato difficile accedere completamente e ottenere informazioni pienamente controllate”.
Qualcosa infatti non torna. I numeri delle vittime sembrano non coincidere. Quelli ufficiali, diffusi dall’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite, parla di 3.459 civili morti e il ferimento di 3.713. Eppure secondo il capo della missione di monitoraggio le cifre sono inesatte. “Abbiamo lavorato su stime, ma tutto quello che posso dire per ora è che sono migliaia in più dei numeri che vi abbiamo attualmente dato”.
Oltre ai decessi infatti si contano centinaia di violenze sessuali su donne e ragazze. Accuse che l’esercito russo ha già prontamente respinto. Ma le indagini non finiscono qui: “Nessuno può portare via il dolore dei sopravvissuti, il dolore dei padri e delle madri, delle zie, degli zii, degli amici, dei vicini e dei colleghi. Ma possiamo garantire che ci sia giustizia”. www.liberoquotidiano.it