Consiglio di Stato: pillola dei 5 giorni dopo senza ricetta per le minorenni

Frattini Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha dichiarato legittima la decisione dell’Aifa di non pretendere la prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo anche per le minorenni. La contraccezione d’emergenza, infatti, “non va confusa con l’interruzione volontaria di gravidanza”. Questa la motivazione che sta alla base della sentenza, che rende libera la vendita del farmaco contraccettivo anche per le minorenni senza prescrizione medica, come tutti i farmaci da banco.

Sì alla pillola dei 5 giorni dopo, conosciuta con il nome di EllaOne, anche per le minorenni senza prescrizione medica

EllaOne “non è un farmaco abortivo” è un “farmaco da banco” che può essere assunto entro 5 giorni da un rapporto sessuale, funzionando così come un contraccettivo d’emergenza. Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione con cui il Tar Lazio a maggio dello scorso anno rigettava il ricorso presentato da alcune associazioni pro vita impegnate nella promozione e nella protezione della vita umana.

Alla base di questa sentenza la differenza sostanziale esistente a tra farmaco abortivo e farmaco contraccettivo. Il farmaco EllaOne, che contiene la sostanza ulipristal acetato, non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza, poiché è un antiovulatorio, ossia agisce prima dell’impianto dell’embrione. “Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile” perché “non viene in rilievo un atto medico somministrato ad un paziente” bensì la volontaria assunzione di un farmaco.

pillola dei 5 giorni dopo

Pillola dei 5 giorni dopo, le Associazioni pro vita

Alcune associazioni pro vita – tra cui Medici Cattolici Italiani, Family Day, Associazione Pro Vita e Famiglia, Movimento per la Vita Italiano – avevano contestato la decisione dell’Aifa di eliminare la prescrizione medica anche per le minori di 18 anni per una molteplicità di motivazioni, compresa quella relativa ad una possibile violazione del diritto del minore ad una corretta informazione e del diritto di chi esercita la responsabilità genitoriale a sostituirsi al minore. Sostenevano “che col venir meno della prescrizione sarebbe venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina”.

Per il Consiglio di Stato, però, non essendo necessaria alcuna prescrizione per la pillola dei 5 giorni dopo, al pari degli altri farmaci da banco, è necessario solo decidere la volontaria assunzione, “diversamente opinando ogni farmaco da banco richiederebbe l’attivazione del meccanismo di tutela del minore con la contestuale prestazione di consenso da parte dei genitori o di chi ne fa le veci”. Secondo il Consiglio, il consenso dei genitori o chi per loro comprimerebbe e frusterebbe la libertà sessuale della minore.  https://www.today.it/donna