Su The Spectator, una delle più antiche e prestigiose riviste britanniche, la rigidità del governo italiano che insiste su misure sanitarie restrittive e discriminatorie, mentre tutti gli altri paesi ormai vanno allentando le restrizioni, viene chiaramente bollata come una tirannia vera e propria, purtroppo agevolata da quella che il settimanale britannico definisce come una storica accondiscenza del popolo italiano verso il dispostismo. Clamorosa la smentita delle affermazioni fatte in TV da Walter Ricciardi sui dati UK, dove secondo quanto dichiarato dal consulente del governo italiano i decessi Covid sarebbero in realtà molto superiori rispetto ai nostri, non avendo avuto loro nessun salvifico green pass. Affermazioni denunciate da The Spectator come infondate e senza senso. da http://vocidallestero.blogspot.com
di Nicholas Farrell, 20 febbraio 2022
Mentre la maggior parte dei paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, stanno allentando le loro restrizioni Covid, l’Italia, il paese tra tutti più rigido, questa settimana le ha rese ancora più dure, nonostante i dati mostrino che sono inutili.
Forse perché l’Italia è un paese in cui indovini e guaritori alimentano un’industria multimiliardaria, è proprio lì che il regime del pass vaccinale è il più draconiano d’Europa. Ad ogni modo, in Italia accade che una psicosi di massa acceca i politici e le persone comuni, impedendo loro di vedere la verità.
Nel Regno Unito, le false affermazioni dei consulenti scientifici del governo sulla necessità e sui vantaggi dei lockdown sono state alla fine demolite in modo convincente, e in questo processo The Spectator ha svolto un ruolo significativo. È giunto il momento che anche simili false affermazioni sui passaporti vaccinali vengano sfatate.
Non ci può essere posto migliore dell’Italia per avviare questo processo di smascheramento.
La giustificazione per il regime del pass vaccinale italiano – chiamato “Green Pass” – quando è stato introdotto lo scorso agosto, era che avrebbe aumentato la diffusione del vaccino, creato spazi sicuri per i vaccinati e quindi ridotto i casi di Covid, i ricoveri e i decessi. Non è accaduta nessuna di queste cose.
Invece, il regime è diventato sempre più draconiano. All’inizio i non vaccinati sono stati banditi da quasi tutti gli spazi pubblici e dai trasporti pubblici, e persino dal lavoro, a meno che non avessero avuto il Covid negli ultimi sei mesi, o pagassero 15 € ogni 48 ore per un test Covid.
Salutato con religioso fervore come un enorme successo dal governo di unità nazionale italiano, guidato dal premier non eletto ed ex banchiere centrale dell’UE, Mario Draghi, il “Green Pass” non è stato in realtà altro che un esercizio di inutile tirannia.
Eppure, nonostante ciò, a dicembre il governo Draghi ha introdotto il ‘Super Green Pass’, che ha reso il regime ancora più tirannico, con la vaccinazione ormai obbligatoria per tutti per poter accedere ai mezzi pubblici, e molti spazi pubblici come ristoranti e bar – anche all’esterno –parrucchieri e centri sportivi, tranne che per i guariti dal Covid negli ultimi sei mesi. Annullato il diritto dei non vaccinati a presentare il test da 15€ valido 48 ore per potervi accedere.
E questa settimana, con il tasso di contagi in caduta libera, la vaccinazione obbligatoria è stata estesa ai luoghi di lavoro per gli over 50. La vaccinazione era già obbligatoria sul lavoro per gli operatori sanitari e dei servizi di emergenza e per gli insegnanti. Ma d’ora in poi, nessuna persona non vaccinata di età superiore ai 50 anni che non abbia avuto il Covid negli ultimi sei mesi potrà andare al lavoro. In caso contrario, lavoratori e datori di lavoro rischiano multe da € 600 a € 1.500. In precedenza, potevano ancora andare al lavoro se facevano il test Covid da 15 € ogni due giorni o se avevano avuto il Covid negli ultimi sei mesi. Ci sono 500.000 italiani non vaccinati di età superiore ai 50 anni che lavorano e ora saranno sospesi senza stipendio – secondo la stampa italiana – a meno che non gettino la spugna e si facciano vaccinare.
Naturalmente, né il non eletto Draghi né nessun altro nella sua coalizione di governo ammetterà mai che quello che viene strombazzato come un grande risultato sia in realtà un fallimento. Né i media italiani, i quali hanno seguito supinamente la linea del governo – né gli stessi cittadini italiani – tre quarti dei quali sostengono nei sondaggi il “Green Pass”. Ormai vorrebbe dire perderci la faccia.
Che la loro ossessiva convinzione sulle meraviglie del “Green Pass” sia una totale sciocchezza risulta chiaramente da un confronto tra i dati di Italia e Gran Bretagna, la quale non ha avuto alcuna forma di passaporto vaccinale.
Italia e Gran Bretagna hanno popolazioni simili, rispettivamente 59 milioni e 69 milioni di persone.
Oggi, dopo quasi sette mesi di regime di pass vaccinale in Italia, il numero di persone non vaccinate in Italia e in Gran Bretagna rimane più o meno lo stesso. In Italia, l’88,92% degli over 12 è completamente vaccinato, rispetto all’84,9% della Gran Bretagna.
A gennaio c’erano ancora 5,9 milioni di italiani non vaccinati di età superiore ai 12 anni, ancora una volta un numero simile a quello della Gran Bretagna.
La lezione è chiara: come mostra la Gran Bretagna, la stragrande maggioranza delle persone ha scelto di farsi vaccinare di propria spontanea volontà e non ha bisogno di essere costretta a farlo dallo stato. In effetti, costringere le persone a farlo – come mostra l’Italia – non funziona.
Ciò che conta di più, ovviamente, è il conteggio dei decessi. Ma anche qui il ‘Green Pass’ e il ‘Super Green Pass’ hanno avuto poco effetto. In realtà, creando un falso senso di fiducia tra i vaccinati, potrebbero aver peggiorato le cose. Ad ogni modo, hanno fallito.
Se avessero funzionato, i tassi di contagi dell’Italia sarebbero stati di gran lunga inferiori a quelli della Gran Bretagna. Eppure, dall’inizio dell’ultima grande ondata di dicembre causata dalla variante Omicron, l’Italia ha avuto un numero notevolmente simile di contagi da Covid rispetto alla Gran Bretagna senza alcun pass verde.
La spiegazione, ovviamente, è che a prescindere da tutti quei passaporti verdi, gli italiani vaccinati si contagiano a vicenda.
Dal 1° dicembre – quando la variante Delta era in uscita e la variante Omicron in arrivo – sono stati circa 7 milioni i casi di Covid, sia in Italia che in Gran Bretagna.
In Italia, il 70 per cento dei contagi da Covid nell’ultimo mese hanno riguardato persone parzialmente o completamente vaccinate. Vero anche che, in proporzione, poche persone vaccinate che prendono il Covid finiscono in ospedale, o muoiono, e tuttavia questi casi sono ancora molti. Circa la metà delle ospedalizzazioni per Covid in Italia e più della metà dei decessi Covid da dicembre hanno riguardato persone parzialmente o totalmente vaccinate.
Per aggiungere il danno alla beffa, dal 1° dicembre l’Italia ha anche avuto molti più decessi per Covid rispetto alla Gran Bretagna.
In Italia, dal 1° dicembre, ci sono stati 18.000 morti per Covid, rispetto ai 15.000 morti per Covid in Gran Bretagna. Si tratta di un’enorme differenza.
Eppure i politici, i giornalisti e la maggior parte degli stessi italiani continuano a credere che il “Green Pass”, ora trasformato in “Super Green Pass”, sia l’unica soluzione.
L’Italia non ha un Primo Ministro eletto dal 2011 – eletto nel senso che il Primo Ministro sia il leader di una coalizione o di un partito che abbia vinto le elezioni. Tuttavia, non è la natura antidemocratica dei governi italiani a spiegare il regime del passaporto vaccinale in Italia, ma la natura dittatoriale stessa degli italiani. Ironia della sorte, l’unico grande partito ad opporsi al regime è il partito postfascista Fratelli d’Italia.
Quasi incredibilmente, la scorsa settimana in un importante talk show politico televisivo un giornalista ha effettivamente posto una domanda al professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, su questo confronto tra Italia e Gran Bretagna.
Il professore – un equivalente italiano del nostro amato professore Neil Ferguson – stava pontificando su come il passaporto vaccinale garantisse la libertà, quando un giornalista presente gli ha domandato perché lo ritenesse necessario, quando paesi come Gran Bretagna e Spagna non hanno nulla del genere e tuttavia hanno avuto un tasso di mortalità inferiore.
Infatti, secondo i dati della John Hopkins University, l’Italia ha avuto 252,55 morti ogni 100.000 abitanti e la Gran Bretagna 240,57.
Il prof Ricciardi – che ha accusato il giornalista di fare affermazioni «prive di ogni fondamento scientifico» – ha ribattuto: «L’Inghilterra calcola i decessi in modo completamente diverso da noi – se li calcolasse allo stesso modo, sarebbero il doppio. Sostengono che sono circa 150.000, ma in realtà sono 300.000.’
Una affermazione senza senso! In realtà, la Gran Bretagna richiede solo che il defunto sia risultato positivo negli ultimi 28 giorni della sua vita, il che semmai sopravvaluta il bilancio delle vittime. Invece in Italia le linee guida del servizio sanitario affermano: “Non basta il test positivo al Sars-Cov-2 per considerare la morte come dovuta al Covid-19”.
Il professore ha continuato affermando che gli inglesi (gli italiani insistono sempre che la Gran Bretagna è l’Inghilterra!) si sono rifiutati di imparare dall’Italia e di conseguenza i “numeri di morti e contagi” dell’Inghilterra sono “enormemente maggiori dei nostri”. Un’altra sciocchezza. Ha concluso dicendo che il NHS inglese è così scadente che per la chirurgia dell’anca “è necessaria un’attesa di dieci anni”. Questo, almeno, può anche essere vero.