Morti di Covid, si torna a parlare di “conti sbagliati”

ambulanza morti di covid

Il professor Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova e primario all’Ospedale San Martino del capoluogo ligure, ha segnalato “al ministero della Salute che si stanno facendo dei conti sbagliati: se il malato Covid che va in rianimazione vale come quello, pure positivo, ricoverato per un’altra patologia si fa confusione”. Un ritorno alla polemica sui morti di Covid o con il Covid? “Sì, ma da infettivologo – dice alla Stampa Bassetti – devo distinguere tra malati e portatori sani. Bisogna contare solo chi ha febbre, insufficienza respiratoria, segni radiologici e tampone positivo. Altrimenti in una fase di contagio come questa si evidenziano troppi positivi tra chi soffre di altre patologie”.

L’ultimo bollettino riporta 16.213 i contagi da coronavirus in Italia e altri 137 morti (il numero più alto di decessi quotidiani da mesi a questa parte. Per trovare un bilancio peggiore bisogna risalire al 27 maggio scorso, quando furono 171 le vittime).

Più di cento al giorno, sono morti di Covid o no?

“Capirlo non è immediato. Per vedere come va l’epidemia bisogna guardare le terapie intensive, dove su 30 ricoverati 25 non sono vaccinati. I restanti 5 sono immunodepressi che non hanno reagito al vaccino o ricoverati per altre ragioni con tampone positivo – continua Bassetti – Nei reparti ordinari invece il 50-60 per cento non è vaccinato, mentre poco meno della metà è vaccinato con due dosi da più di sei mesi. La metà di questi ultimi, circa un 25 per cento dunque, è affetta da patologie diverse dal Covid e andrebbe scorporata dai conti”. Se ne parlerà ancora, poco ma sicuro.

Non certo da oggi la considerazione che si fa strada nel “revisionismo statistico” sui decessi da Covid e che viene rilanciata anche da autorevoli esperti ruota attorno a un postulato dalle conclusioni frettolose: tra i morti per Covid, solo una bassa percentuale sarebbe effettivamente dovuto al Sars-CoV-2, perché solo questa percentuale di pazienti era priva di altre patologie quando è stata contagiata – a fronte dell’ampia percentuale alle prese con una o più malattie.

Insomma, se così fosse la portata della pandemia sarebbe da riconsiderare

Il punto è che nessuno nega le gravi e spesso concomitanti malattie presenti nei deceduti con positività al virus, tuttavia molti malati di patologie “comuni” come ipertensione arteriosa e diabete ad esempio non sarebbero decedute se non fossero state contagiate dal Covid. Non è corretto affermare che le patologie riscontrate nei deceduti Sars-CoV-2 positivi avrebbero comunque portato a decesso “in tempi brevi”.

La concomitanza di più patologie croniche nella stessa persona costituisce di per sé elemento di fragilità in genere compensato con appropriate terapie: il contrarre una infezione come il Covid si traduce in un aumentato rischio di complicanze e di morte. La presenza di patologie croniche nella popolazione anziana è molto comune. In considerazione del fatto che le patologie croniche rappresentano un fattore di rischio per decesso da Covid-19 e che queste sono molto comuni, non deve sorprendere l’alta frequenza di queste condizioni nella popolazione deceduta Sars-CoV-2 positiva.  www.today.it