di Stefano Montanari – Un amico mi manda l’immagine che accompagna queste poche righe.
Mi è difficile commentare un atto così ignobile, e non è soltanto per una questione di buon gusto, di educazione o di pietà umana. Lo squallore di chi ha concepito un pensiero del genere è una delle sempre più numerose testimonianze dell’abiezione e della turpitudine alla quale non soltanto il volgo viene addestrato credendole meritevole “normalità” ma persino, forzando ogni confine, arrivando ad approfittarsi gelidamente della sofferenza di vittime vigliaccamente abusate.
Per quanto mi riguarda, non posso non provare ribrezzo. Non ho idea se qualcuno fuori di questo mondo, ormai un assaggio d’inferno, e fuori di questo tormento che è la vita si ergerà a giudice. Se sarà così, sia clemente: questi non sanno che cosa stanno facendo.