Siamo a Belluno, dove il direttore di una farmacia non è vaccinato e quindi l’azienda sanitaria gli chiude l’attività. La farmacia non potrà riaprire fino a quando il direttore non si sarà messo “in regola”. Ma la titolare non demorde: «Non vogliamo adeguarci al sistema e rifiutiamo una vaccinazione sperimentale»
«Farmacia forzatamente chiusa dall’Ulss 1 per la nostra volontaria non adesione alla campagna vaccinale» e ancora «Si riaprirà al ritorno della democrazia»: questi i due cartelli di denuncia apparsi mercoledì sulla porta d’ingresso della farmacia Veneggia di Belluno. Cristina Muratore, una delle titolari, su Facebook parla di “ferie meritate”. Ma in realtà la chiusura dell’attività è stata imposta dall’azienda sanitaria. A come si sia arrivati ad una simile, drastica misura è l’avvocato Gino Sperandio, che assiste l’attività di vendita di medicinali.
Direttore non ha il green pass, chiusa farmacia
«L’Uls locale ha preso atto che il direttore sanitario della farmacia non è vaccinato e la norma prevede che per poter tenere aperto è necessario che questa figura abbia ricevuto la somministrazione. L’ispezione è arrivata sabato 30 ottobre e lunedì l’Uls ha inviato una pec in cui veniva spiegato che fino a quando la questione non fosse stata risolta l’attività avrebbe dovuto rimanere chiusa. So che i titolari stanno cercando un altro direttore sanitario in regola con le somministrazioni ma fino a quando non lo trovano saranno costretti a non lavorare», dice il legale.
Cristina Muratore, dal canto suo, non arretra un passo e anzi, ha rilasciato dichiarazioni combattive a vari organi di stampa locale: «Per il momento stiamo valutando il da farsi dato che noi non abbiamo un direttore sanitario vaccinato. Non vogliamo adeguarci a questo sistema e rifiutiamo la vaccinazione visto che questa dovrebbe essere fatta senza rischi per la salute, mentre i rischi sono sempre più evidenti e documentati». www.ilparagone.it