Se avessimo meglio comunicato non avremmo avuto i no vax? “C’è poco da fare con chi non si fa convincere dall’evidenza dei fatti – aggiunge – Se il vaccino ti spaventa più di restare chiuso a casa tre mesi in lockdown o morire solo e intubato, non c’è comunicazione che possa convincerti. La verità è che l’uomo è strano e ognuno ha la sua testa. Guardo il bicchiere pieno al 90%: se nove su dieci si sono vaccinati, significa che il messaggio è passato”. Lo afferma Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, in un’intervista a ‘Libero’
Leggi anche ► Covid, segnalati più di 2 morti al giorno dopo il vaccino Chieste informazioni, i vertici Aifa non rispondonoQual è stata la svolta della pandemia? “Il generale Figliuolo – risponde Remuzzi – Ha rivoluzionato l’organizzazione inserendo una novità semplicissima: se avete problemi, telefonatemi, io ho un’organizzazione che riesce a mobilitare le Asl. La chiave di volta sono stati esercito e Protezione Civile”.
Infine Remuzzi inviata a “non confondere la scienza con i talk show. Ci sono trasmissioni fatte apposta per far litigare le persone, con i conduttori che scelgono i profili più divisivi, bianco contro nero, vince chi è tranchant e se insinui dubbi non fai audience. Invece la medicina è dinamica, è un’evoluzione continua di conoscenze che si contraddicono. Si va avanti per dubbi e tentativi”.
È stato sbagliato qualcosa nella comunicazione sul Covid? “Non è stato fatto capire che tutto quel che si dice sul virus ha valore in quell’esatto momento. Quel che è vero oggi può risultare fallace domani. E poi in medicina non esistono verità assolute: è sbagliato che chi è favorevole alla profilassi dica che i vaccinati non si contagiano, perché poi i fatti lo smentiscono e le iniezioni perdono credibilità. Basta dire che si ammalano meno gravemente e sono meno contagiosi. Già questo fa capire come il vaccino sia stata la soluzione”. adnkronos