Le regioni devono procedere “con immediatezza ad effettuare i richiami vaccinali”: la strigliata arriva direttamente dal generale Figliuolo, che non ha gradito la lentezza con cui si stanno inoculando le terze dosi. Queste ultime, infatti, vanno somministrate a chi ha più di sessant’anni e ai pazienti fragili, oltre che ai sanitari, la prima categoria a ricevere il farmaco a inizio anno. E i dati, in effetti, sembrerebbero dare ragione al generale.
Terze dosi somministrate
Stando ai dati forniti da Palazzo Chigi e aggiornati a ieri sera, mercoledì 20 ottobre, le terze dosi somministrate fino a questo momento sono 732mila, pari al 9,67% degli aventi diritto, calcolando che per fare la terza puntura occorre siano passati almeno sei mesi dalla seconda. Inoltre, come riporta La Stampa, considerando tutta la popolazione over 60, più i pazienti fragili, si arriva a una platea di oltre 20 milioni, rispetto a cui le dosi “booster” somministrate dalle regioni rappresentano appena il 3,6%. Una cifra troppo bassa, secondo Figliuolo.
Per questo il generale ha scritto alle regioni: “Continuano a pervenire a questa struttura commissariale richieste di chiarimenti in merito alla tempistica di somministrazioni con dosi di richiamo booster. Considerata l’attuale ampia disponibilità di vaccini – stando al personale del commissario, le regioni ne hanno a disposizione ben 12 milioni – chiedo che le regioni procedano con immediatezza ad effettuare i richiami vaccinali in parallelo a tutte le categorie indicate, fermo restando il solo vincolo del rispetto dell’arco temporale di almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario”. L’obiettivo di Figliuolo e di tutto il governo, infatti, è vaccinare entro l’anno i fragili e gli over 60, per poi passare alla somministrazione della terza dose a tutte le altre categorie. liberoquotidiano.it
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Gran pasticcio nel rapporto sui decessi. Per l’Iss gran parte dei morti non li ha causati il Covid
“dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti al virus in sé. Perché tutti gli altri che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie ch,e secondo l’Iss, lasciavano già loro poca speranza.”