La Transizione ecologica funzionera’ se le nostre imprese, i nostri sistemi produttivi, ma anche i professionisti, avranno il tempo di adeguarsi alla trasformazione. Altrimenti non sara’ una Transizione, sara’ uno shock”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervenendo a un convegno a Ischia su “Export e made in Italy”.
Green deal, Di Maio: “L’Europa pensa che la transizione ecologica possa terminare in 2 anni, rischi per occupazione e aziende”
“Produrremo, si’, un calo delle emissioni – prosegue Di Maio – ma che corrisponderebbe anche a una perdita di occupazione, alla chiusura di aziende. E noi questo non ce lo possiamo permettere, in particolare al Sud Italia dov’e’ la Transizione ecologica ha bisogno soprattutto in questa fase di incentivi adeguati per la Transizione digitale, per il trasferimento del know-how ad aziende che devono avere il tempo di adeguarsi”.
Green deal, Di Maio: “L’Italia ha bisogno di più tempo”
“Noi non stiamo chiedendo di bloccare questo processo del Green deal europeo – precisa poi il ministro – stiamo chiedendo solo un tempo che ci consenta di affrontare i prossimi tempi con la forza che non abbiamo mai, mai messo da parte nei momenti peggiori. Devono darci pero’ il tempo, e questo lo dico perche’ voglio mandare un messaggio a tutti coloro che sono operatori di questo settore che sono preoccupati”.
Green deal, per l’Italia a rischio comparto da 350 miliardi
Giorgetti: “Condanna a morte”. Il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti ha usato toni più duri. Parlando ieri a Bari a un evento organizzato dal giornalista Nicola Porro, ha parlato «di alcuni settori a rischio morte. È una sorta di eutanasia decisa». Con l’addio delle auto a benzina imposto dall’Ue a partire dal 2035 l’Italia vedrebbe a rischio un comparto da 350 miliardi. L’intera filiera vale quasi il 20 per cento del Pil e occupa poco meno di 1,3 milioni di persone.
“La filiera della componentistica, che da sola occupa 278 mila addetti, sarebbe particolarmente impattata perché le auto elettriche hanno motori e sistemi frenanti meno complessi: il destino di molte imprese che operano nel settore perciò sarebbe la chiusura.Per l’Italia un danno enorme, visto che da 20 anni la componentistica fa registrare un saldo attivo della bilancia commerciale di 5 miliardi.”
Green deal, Lega: “L’Ue sacrifica le aziende sull’altare dell’ideologia green”
‘Un conto è difendere l’ambiente, un altro è sacrificare intere categorie sull’altare dell’ideologia green e nel tentativo di perseguire traguardi irrealistici: esprimiamo forte preoccupazione per il pacchetto di proposte presentato dall’Ue in materia di sostenibilità e riduzione emissioni per raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge clima”.
Così in una nota gli europarlamentari della Lega componenti della commissione Trasporti, Marco Campomenosi (capo delegazione), Paolo Borchia, Massimo Casanova. “A pagare il conto salato delle scelte miopi di Bruxelles – osservano gli europarlamentari – saranno i cittadini, i lavoratori, le imprese, con perdita di competitività e conseguenze sociali che non possiamo permetterci: il grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria, in primis Conftrasporto-Confcommercio, in rappresentanza di un settore che incide meno di altri sull’inquinamento e che negli anni ha investito molto per essere al passo con la transizione ecologica, è pienamente condivisibile”.
“All’Ue chiediamo un atteggiamento più concreto e realistico, non obiettivi irrealizzabili che si traducono in nuove tasse, deindustrializzazione e misure che penalizzano il comparto produttivo europeo. Mentre il continente tenta di riprendersi per i difficilissimi mesi della crisi e della pandemia, affossarne l’economia e penalizzare le imprese non è solo sbagliato – concludono – è inaccettabile”. affaritaliani.it