Quella delle sentenze giudiziarie non è una scienza esatta, ma una bella supercazzola

ROMA 28 GIU – Sia pure nei ridotti limiti delle mie possibilità, ogni volta che mi appassiono a un tema, cerco di documentarmi e di leggere al fine di non scrivere boiate.
Parlando delle vicende processuali sui diritti tv, a suo tempo acquisiti da Berlusconi (oggi assolto), riporto quanto segue dal Corriere:” Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di fatturazioni per operazioni inesistenti e false dichiarazioni dei redditi. I reati, secondo la Procura di Roma, sarebbero stati commessi tra il 2003 e il 2004 e i fatti contestati facevano riferimento a una presunta frode fiscale da 10 milioni realizzata tramite l’emissione di false fatturazioni per 220 milioni.
Per i presunti episodi risalenti al 2003
il gup ha pronunciato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, mentre per quelli del 2004 ha dichiarato l’assoluzione”.
Sia i reati del 2003 che quelli del 2004 appartengono alla stessa fattispecie.
Sorprende il distinguo tra prescrizione e assoluzione in rapporto alla loro commissione temporale. Diciamo che, non intervenendo la prescrizione, anche i presunti reati del 2003 avrebbero meritato l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
Parlare invece di prescrizione rende ambiguo il discorso dell’assoluzione: sembrerebbe quasi che a Berlusconi sia capitato il jolly della prescrizione altrimenti gli sarebbe toccata una condanna, almeno per quanto attiene ai fatti del 2003.
Ritengo che ormai il Caimano abbia scorza sufficiente per superare gli artifici dialettici di certi magistrati e di certi cronisti dal dente avvelenato.
Quello che conta è la sostanza della ventisettesima assoluzione.
Quanto all’accanimemto giudiziario,giudicate voi.
guglielmo donnini