Gli Emirati Arabi hanno negato al Boeing 767 dell’Aeronautica militare il sorvolo nei loro cieli, costringendo il comandante Valentina Papa ad atterrare in Arabia Saudita (a Dammam) e cambiare il piano di volo.
Il velivolo, con a bordo 42 giornalisti e soldati dell’esercito, era diretto proprio a Herat, in Afghanistan, per assistere alla cerimonia che, a causa dell’imprevisto, è stata rinviata di circa 4 ore. Nessun problema per il titolare della Difesa che invece ha viaggiato su aereo civile, arrivando come previsto in mattina. (LaPresse)
La cerimonia dell’ammainabandiera per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan e’ stata rovinata dagli Emirati Arabi Uniti: Abu Dhabi ha negato il passaggio nel suo spazio aereo al C130 dell’aeronautica militare che portava giornalisti e militari a Herat per l’evento. Su indicazione del ministro, Luigi di Maio, la Farnesina ha convocato l’ambasciatore emiratino al quale il segretario generale, Ettore Sequi, non ha nascosto “la sorpresa e il forte disappunto per un gesto inatteso che si fa fatica a comprendere”.
“Mi dispiace per i disagi che avete subito sul volo per arrivare qua – si è limitato a dichiarare Guerini durate il suo intervento a Herat – La questione è di carattere diplomatico rispetto a decisioni che erano state assunte e garantite”.
Emirati arabi, il divieto all’export di armi
Uno sgarbo, con l’aggravante che la tratta di volo era stata inizialmente autorizzata, ma che si innesta su rapporti complicati, inaspriti dal divieto italiano all’export di armi ad Abu Dhabi e dal supporto emiratino, con armi e mercenari, all’esercito guidato in Libia dal generale Khalifa Haftar.
Le autorita’ emiratine sono state irremovibili, riservandosi fino all’ultimo di dare un via libera che poi non e’ arrivato. Dopo un lungo scalo nell’aeroporto saudita di Dammam, il C130 e’ decollato verso l’Afghanistan, con una rotta piu’ lunga per aggirare il territorio degli Emirati. Il volo e’ arrivato a Herat in tempo per la cerimonia, in cui il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha avvertito che nel Paese la sfida “e’ ancora aperta”: “Dobbiamo continuare ad essere al fianco degli afghani. I nemici della pacificazione cercheranno di fermare questo processo”, ha avvertito, “continueremo a fare la nostra parte”. (affaritaliani.it)