Blocco dei licenziamenti, dietrofront sul prolungamento del divieto di licenziamento causa Covid. La proroga fino al 28 agosto voluta dal ministro del Lavoro, Antonio Orlando, va in frantumi: nei settori dell’industria e dell’edilizia, dal 1° luglio è possibile lasciare a casa i lavoratori in esubero. Ci sono, dunque, ancora cinque settimane (fino al 30 giugno) per restare relativamente tranquilli, dopodiché, scrive laleggepertutti.it, le aziende di quei due comparti potranno cominciare a sfoltire i propri organici per ragioni economiche (il giustificato motivo oggettivo) se lo riterranno opportuno.
Alternativa ai licenziamenti
Tuttavia, non è detto che il licenziamento sia l’unica via per affrontare il futuro a breve termine: sempre fino al 30 giugno, è possibile chiedere la cassa integrazione Covid. Dal giorno dopo, chi non si troverà più sotto l’ombrello di questo ammortizzatore sociale creato apposta per l’emergenza sarà libero di agire come meglio crede. C’è anche la possibilità di chiedere la cassa ordinaria o straordinaria senza pagare i contributi addizionali fino alla fine del 2021. Solo in quest’ultimo caso, il divieto di licenziamento resterà in piedi. Ipotesi che coinvolgerebbe quasi 400mila lavoratori.
Blocco dei licenziamenti, scontro nel governo
Questo è il risultato della mediazione che si è resa necessaria ieri all’interno del Governo dopo le critiche piovute addosso al ministro Orlando – giravano, addirittura, voci di sue possibili dimissioni – per la sua proposta di prolungare il “no” agli esuberi per motivi economici per tutta l’estate. In serata, il comunicato di Palazzo Chigi:
“All’esito di un percorso di approfondimento tecnico, svolto sulla base delle proposte avanzate dal ministro Orlando in Consiglio dei ministri che prevedono un insieme più complessivo di disposizioni per sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza, è stata definita una proposta che mantiene la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, anche dal 1° luglio, senza pagare addizionali fino alla fine dell’anno impegnandosi a non licenziare. Nell’ambito di questo percorso resta aperto il confronto con le parti sociali“.
Che cosa cambia
Orlando chiedeva il blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto per le aziende che avessero utilizzato entro il 30 giugno 2021 la cassa Covid dalla data di entrata in vigore del decreto Sostegni-bis. Dopodiché, dal 1° luglio, le aziende potevano fruire della cassa ordinaria o straordinaria fino al 31 dicembre senza pagare le addizionali a patto che non attuasse dei licenziamenti. Dopo la mediazione di ieri a Palazzo Chigi, la prima proposta è saltata mentre la seconda è rimasta. Orlando si deve accontentare di questa misura oltre alle altre che aveva presentato in vista della ripresa del lavoro, cioè:
– l’estensione del contratto di espansione alle aziende con almeno 100 dipendenti (finora, la soglia era di 250 lavoratori in organico);
– la possibilità per le aziende con un calo del fatturato di almeno il 50% di chiedere dei contratti di solidarietà;
– blocco della riduzione dell’importo della Naspi dal quarto mese;
– esonero contributivo totale per i lavoratori del commercio e del turismo che tornano in attività dopo la cassa integrazione;
– erogazione di ulteriori quattro mensilità di reddito di emergenza.