PORDENONE – La notte scorsa (15 maggio) ignoti hanno affisso uno striscione di protesta sulla recinzione esterna della casa del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, reo, a loro avviso, di non aver partecipato a una manifestazione che celebrava il centenario delle giornate antifasciste del quartiere di Torre di Pordenone.
A raccontare quanto accaduto è stato lo stesso primo cittadino sui canali social: “Questa mattina, alle 7.20, sento suonare il campanello. Sono i Carabinieri e subito penso a una disgrazia – è la premessa -. Tranquillizzo i miei genitori molto anziani, svegliati anche loro. Corro ad aprire, angosciato: i militari, gentilissimi, mi accompagnano fino ad un tratto della recinzione di casa, quella esposta alla strada, dove campeggia un grande striscione. Il testo? Il sindaco fascista e la resistenza bla bla…
“Eccoli qui i sinceri democratici e antifascisti e antirazzisti e ‘anti quello che vi pare’ che, a corto di idee e a ridosso della campagna elettorale, non trovano di meglio che togliere dalla soffitta il peggior nostalgismo anni ’70”. “Antifascisti? – prosegue Ciriani – In realtà, un grumo violento e intollerante della peggiore sinistra.
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Questo gesto, volendo usare lo stesso esasperato armamentario politico della sinistra cittadina, non è una vigliacca intimidazione? Non è comunicare che “sappiamo dove vivi”? Non è come quando i nazisti segnavano con vernice le case degli ebrei? Nella loro testa bacata è così ma io preferisco trattare il fatto come esercizio di imbecillità totale e spero che sia corale e senza distinguo la condanna. Non tanto per il gesto in sé – conclude il primo cittadino – quanto per aver svegliato e spaventato due anziani malati, due bambini e sporcato una casa privata”. (ANSA)