Cure domiciliari, “l’approccio tachipirina e vigile attesa è un po’ troppo minimalista”. “In Italia, dove le strutture sanitarie ci sono, i medici ci sono e ci sono degli ottimi clinici, mi si deve spiegare perché la mortalità per Covid-19 è così alta”. L’invito ad avviare una riflessione su questo punto arriva da Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia del farmaco Ema, oggi consulente del commissario per l’emergenza Coronavirus e direttore scientifico del provider di educazione continua in medicina Sanità In-Formazione, gruppo Consulcesi.
“Qualcosa non deve aver funzionato in termini di standardizzazione delle cure – osserva – perché non è possibile che si muoia così tanto”. L’esperto, microbiologo ordinario all’università di Roma Tor Vergata, avanza due ipotesi. Il fenomeno probabilmente “si può spiegare in due modi”, analizza in un’intervista all’Adnkronos Salute.
Primo, ricorda, “l’errore drammatico commesso nella fase iniziale della campagna di vaccinazione, nel target della popolazione” immunizzata che spesso in alcune aree d’Italia non è stato strategico: in certi casi “i vaccini non sono stati concentrati sulle fasce di popolazione più a rischio, elemento ancora più grave considerando che di vaccini ce n’erano pochi”.
Covid, si torna a “tachipirina e vigile attesa”. Speranza nemico delle cure domiciliari
Cure domiciliari
Secondo fattore indicato da Rasi: “Sicuramente ci sono da rivedere gli standard di cura, anche di cure domiciliari. Perché probabilmente – avverte – l’approccio tachipirina e vigile attesa è un po’ troppo minimalista”. ADNKRONOS