Ceglie Messapica. Focolaio Covid tra pazienti ed operatori San Raffaele. Un focolaio Covid, tra pazienti ed operatori sanitari, si è sviluppato nell’arco degli ultimi venti giorni all’interno della struttura di riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica, nonostante il personale abbia ricevuto entrambe le dosi di vaccino ed i pazienti non abbiano avuto nessun tipo di contatto con i familiari. La situazione pare sia rientrata e la Asl di Brindisi è impegnata nella campagna di screening.
Focolaio Covid, lo screening
“Grazie allo screening settimanale effettuato in struttura a pazienti e dipendenti e alla collaborazione costante con il dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale di Brindisi -spiega il direttore sanitario, Luigi Antonio Fino – sono stati identificati alcuni casi di positività al Sars-Cov 2 nella nostra struttura. Una misura importante che si affianca a quelle adottate sin dall’inizio della pandemia, nell’inverno 2020: si è provveduto ad erogare dispositivi di protezione sia individuali (Dpi per gli operatori) che collettivi.”
“Sono stati attivati percorsi differenziati ben definiti, sanificazioni più serrate, tamponi rapidi per dipendenti e pazienti, tamponi molecolari e vaccinazioni per tutti gli operatori a cura del servizio di igiene pubblica della Asl Brindisi oltre a interrompere le visite dei congiunti. L’azienda sanitaria di Brindisi, in tutte le proprie articolazioni, ci ha sempre offerto ed offre, la più completa collaborazione”.
Il primo caso ha riguardato un paziente risultato positivo al coronavirus scoperto circa venti giorni fa. Da quel momento e fino alla scorsa settimana, si sono registrati 16 pazienti positivi più 2 operatori, tra i quali una infermiera che aveva già contratto il virus durante la prima ondata del 2020. Questo ha fatto sì che dei circa 80 pazienti ricoverati nella struttura messapica, alcuni siano stati dimessi, altri autodimessi e quelli positivi trasferiti nei reparti Covid degli ospedali della provincia.
La struttura è stata già al centro di un focolaio Covid tra marzo e aprile 2020, quando otto pazienti e cinque terapisti risultarono positivi al Covid e numerosi operatori furono messi in quarantena con conseguente sospensione degli accessi di persone dall’esterno.