Federazione farmaceutica: immunità di gregge globale nel 2022

immunità di gregge globale

E’ una sfida impegnativa ma giudicata “fattibile” e che lascia ben sperare rispetto alla lotta alla pandemia da Covid-19 nel mondo. Entro il 2021, le aziende farmaceutiche mondiali contano di arrivare a produrre 10 miliardi di dosi di vaccini che, secondo un recente rapporto della Banca mondiale, dovrebbero essere sufficienti per raggiungere l’equità nella distribuzione e ottenere l‘immunità di gregge globale entro marzo 2022. Un quadro minacciato però dalla carenza che si sta iniziando a registrare nel mondo di componenti essenziali per la produzione dei vaccini stessi.

A fare il punto sugli obiettivi di produzione vaccinale, mentre il virus SarsCov2 non accenna a rallentare la sua corsa a livello globale, è la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche (IFPMA). In un incontro con i media – al quale hanno partecipato anche i responsabili dell’Organizzazione per l’innovazione in Biotecnologia (BIO) ed il Network dei produttori di vaccini nei paesi in via di sviluppo (DCVMN) – le aziende mondiali hanno dunque innanzitutto rassicurato in merito alla possibilità di un aumento di produzione delle dosi.

Ciò grazie agli oltre 275 accordi di produzione che sono stati concordati fino ad oggi, di cui 214 includono varie forme di partnership o collaborazione che si basano sul trasferimento di tecnologia. Ci sono i “primi segnali – afferma l’Ifpma – che la condivisione del know-how dei processi e delle tecnologie utilizzate per produrre i vaccini, nonché la formazione di personale specializzato per garantire standard di qualità durante tutto il processo, stiano ora iniziando ad avere un impatto sulla produzione” con rese sempre migliori.

Covid, scienziati: “immunità di gregge globale impossibile”

Immunità di gregge globale – le aziende lanciano un allarme

Attualmente, avvertono, esiste infatti una carenza globale di alcuni degli oltre 100 componenti necessari per la produzione di vaccini. Sebbene sia stata prestata molta attenzione a garantire che ci siano abbastanza fiale o siringhe, afferma la I’Ifpma, oggi stiamo assistendo a carenze nella disponibilità, ad esempio, dei lipidi utilizzati nei vaccini a mRNA così come dei tubi e sacchetti di plastica richiesti nel processo di produzione di molti vaccini.

Il successo nel raggiungimento degli obiettivi di produzione che entro la fine del 2021 dovrebbero soddisfare i bisogni del 70% della popolazione mondiale dipende, dunque, dalla “risoluzione immediata – spiegano le compagnie – delle barriere commerciali e dalla rimozione delle restrizioni all’esportazione che ostacolano le forniture globali di componenti e dei vaccini stessi durante il processo di fabbricazione”.

Ma una “soluzione” al problema per raggiungere l’immunità di gregge globale esiste.

La soluzione a breve termine contro le carenze di componenti essenziali per i vaccini è cioè, sostengono, “rimuovere le attuali restrizioni all’esportazione e garantire il libero flusso di merci e forza lavoro in tutto il mondo“, con un coinvolgimento dell’Organizzazione mondiale del commercio e dell’Organizzazione mondiale delle dogane.

I gruppi farmaceutici mondiali propongono inoltre la creazione di un centro di compensazione o hub gestito da una terza parte per “prevenire problemi di carenze sapendo, ad esempio, dove potrebbero esserci risorse di riserva o colli di bottiglia nelle forniture di articoli critici”. “Siamo sulla buona strada per ottenere 10 miliardi di dosi, grazie a numerose partnership di produzione – ha sottolineato Thomas Cueni, direttore generale dell’Ifpma – ma le catene di approvvigionamento dei vaccini sono globali e i controlli sulle esportazioni minacciano queste catene di approvvigionamento“.

Inoltre, “c’è anche bisogno di una maggiore visibilità nella stessa catena di approvvigionamento, che aiuterebbe ad evitare i colli di bottiglia. Una semplice interruzione della fornitura, ad esempio, di sacchetti di plastica del bioreattore – ha avvertito – può infatti ridurre la produzione di settimane o addirittura di mesi”. Insomma, ha concluso Cueni, “la via d’uscita da questa pandemia è aumentare la produzione di vaccini il più velocemente possibile, ed è necessario agire adesso”. https://notizie.tiscali.it