Dal 2018 al marzo del 2021, su 3.060 persone che hanno beneficiato delle borse di lavoro erogate dal Celav 1.575 sono straniere: praticamente il 51%, una percentuale enorme se si considera che a Milano gli immigrati sono circa il 20% della popolazione.
di Francesca Galici – Il Celav, Centro di Mediazione al Lavoro di Milano, è una struttura che nasce per avvicinare la domanda e l’offerta in ambito lavorativo. È un progetto del comune di Milano nato per cercare di ridurre la quota disoccupazionale della città, aiutando i cittadini nell’inserimento lavorativo. L’obiettivo è nobile ma le modalità con le quali vengono erogate le borse di lavoro ha fatto infuriare la Lega e Silvia Sardone, che in Consiglio comunale hanno avanzato un’interrogazione per capire quali siano i criteri di assegnazione delle stesse, dal momento che il 51% dei beneficiari risulta essere straniero.
“Borse di lavoro agli stranieri: italiani scavalcati”
“Dal 2018 al marzo del 2021, su 3.060 persone che hanno beneficiato delle borse di lavoro erogate dal Celav 1.575 sono straniere: praticamente il 51%, una percentuale enorme se si considera che a Milano gli immigrati sono circa il 20% della popolazione”, sottolinea Silvia Sardone evidenziando un evidente squilibrio sfavorevole agli italiani. Ma l’analisi dell’eurodeputata e consigliere del Comune di Milano va anche oltre, proprio a mettere in luce la volontà di destinare maggiori risorse alla quota di popolazione straniera: “Nello stesso periodo sono stati spesi 650.000 euro per gli ospiti dei centri d’accoglienza Sprar”.
Da questi dati, Silvia Sardone ha tratto le sue conclusioni: “La sinistra sempre più anti-italiana ha molto ben chiare le sue priorità per Milano: dare la precedenza sempre agli stranieri, e questo è inaccettabile”. Nel suo intervento, Silvia Sardone ci tiene a specificare che il suo non è razzismo: “Gli italiani a Milano non possono continuare a vedersi sistematicamente scavalcati da chi è arrivato nel nostro Paese da poco tempo: non è razzismo, è semplice buonsenso di cui però non sono forniti Pd e compagni”.
I numeri
Dopo aver ricevuto la risposta chiesta, Silvia Sardone è entrata nello specifico nella sua nota, rendendo noti quanti italiani e quanti stranieri siano tra i beneficiari delle borse di lavoro Celav negli ultimi anni. “Nel 2018 sono stati attivati 1.629 tirocini a favore di 1.129 persone (628 stranieri e 501 italiani) e sono stati spesi 331.000 euro per gli immigrati degli Sprar”, informa Silvia Sardone, che poi snocciola anche i numeri dell’anno successivo: “Nel 2019 1.447 tirocini a favore di 1.019 persone (444 stranieri e 575 italiani) e 229.000 euro per gli Sprar”. L’eurodeputata poi continua: “Nel 2020 949 tirocini per 627 persone (345 stranieri e 282 italiani) e 100.000 euro per gli Sprar”. Nell’anno in corso, considerando solo il primo trimestre operativo, “299 tirocini per 285 persone (158 stranieri e 127 italiani)”.
“Italiani cittadini di serie B”
Le borse di lavoro sono solo uno dei tanti aiuti che vengono erogati con maggior consistenza ai cittadini stranieri: “I numeri parlano chiaro e fanno impallidire per il netto squilibrio che pende dalla parte degli immigrati. Avevo già denunciato situazioni simili per le misure di sostegno al reddito, le esenzioni mensa, le bebè card”.
Situazioni sulle quali non c’è stata l’inversione di rotta auspicata dalla Sardone, che ora punta i piedi sul lavoro, soprattutto in questo momento di emergenza nazionale: “Perché privilegiare sempre gli stranieri nell’inserimento lavorativo? Perché usare due pesi e due misure? Perché gli italiani sono considerati cittadini di serie B? La sinistra dia delle risposte e inverta la rotta il prima possibile”.