Chat con Brusaferro su rapporto Oms, Ranieri Guerra diffida ‘Report’

ranieri guerra

Ranieri Guerra ha diffidato la trasmissione “Report” in merito alla questione del mancato aggiornamento del piano pandemico in Italia. Il numero due dell’Oms è attualmente indagato dalla Procura di Bergamo per falsa testimonianza al pm, in seguito all’acquisizione di alcune chat con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro.

A spiegare la mossa degli avvocati di Guerra è la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, attraverso la propria pagina Facebook: “Tramite il suo legale prof. Roberto De Vita, Ranieri Guerra – si legge sui profili social della trasmissione – diffida Report dalla pubblicazione di atti e documenti ritenuti ‘gravemente lesivi dei diritti del Dr. Ranieri Guerra, della sua reputazione personale e professionale e del suo ruolo quale funzionario dell’Oms”.

Cosa contiene la chat tra Guerra e Brusaferro – Dal testo della chat tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro, secondo quanto riporta Ansa, emergerebbe che Guerra lo scorso 5 novembre durante la sua deposizione davanti ai pubblici ministeri non avrebbe detto la verità in merito al mancato aggiornamento del piano pandemico.

Guerra, secondo le stesse fonti, avrebbe esercitato anche presunte pressioni nei confronti di Francesco Zambon, uno degli allora ricercatori della divisione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con ufficio a Venezia. Lo scopo sarebbe stato quello di rimuovere dalla pagina web dell’Oms alcuni passaggi di uno studio che mettevano in luce l’inadeguatezza del nostro Paese nel far fronte all’emergenza coronavirus.

Parla Zambon: “C’erano tanti interessati a far morire il rapporto Oms” – Francesco Zambon, autore del report, ha dichiarato all’Adnkronos: “Non ero a conoscenza dei messaggi e di tutto quello che è emerso neanche quando ho dato le dimissioni, e meno male che le ho date alla luce di questo. Ma non è un problema dell’Italia o del singolo Paese”.

“Il piano pandemico non è mai stato aggiornato e ormai è assodato – ha aggiunto Zambon -. Ma quelle erano solo poche righe in un report di 102 pagine. E mi dispiace – prosegue – perché non erano neanche particolarmente critiche nei confronti del governo italiano, davano anzi lustro all’Italia. E’ un peccato che sia stato buttato via tutto per interessi personali di più persone. Perché a questo punto è chiaro che c’erano tanti interessati a fare in modo che il rapporto, come dice il capo gabinetto di Speranza, venisse fatto morire”.  https://notizie.virgilio.it