“Adesso basta: noi riapriamo, comunque vada”: è stato uno degli slogan più urlati ieri a Verona, durante la manifestazione di protesta che ha visto scendere in piazza Bra centinaia di ristoratori, commercianti, operatori turistici, parrucchieri, titolari di palestre e centri benessere, lavoratori dello spettacolo, ambulanti. Tutti insieme per avere risposte su sostegni e riaperture. Un forte grido di rabbia e con la richiesta di tornare ad operare in sicurezza.
“Lasciateci lavorare” è stato il ritornello che ha accompagnato tutta la protesta, con una serie di testimonianze lungo il Liston, aperte dall’intervento del sindaco Federico Sboarina, che però è stato fischiato dai presenti. “Abbiamo dipendenti che attendono soldi da novembre o dicembre e l’asporto o il delivery sono acqua che non disseta” ha detto Simone Vesentini, titolare di un ristorante nel centro storico della città scaligera. “Qua in mezzo a noi – ha aggiunto – ci sono anche i nostri collaboratori, persone di 40 o 50 anni che erano abituate a lavorare e lo facevano con grande gioia e chiedono solo di poterlo fare. Molti di loro e molti di noi sono disperati”.
Nel mirino le ripetute chiusure imposte durante la pandemia dai Dpcm e dall’ultimo Dl. “La politica non ha fatto nulla, quando sentiamo dire da qualche ‘onorevole regionale’ che è giusto vaccinare prima loro perché sono necessari, mentre una cassiera di supermercato si può sostituire è ovvio che monti la rabbia” ha spiegato Marco Scandogliero, portavoce della manifestazione. Sul palco ha preso la parola anche una giovane imprenditrice: “abbiamo investito migliaia di euro per l’acquisto di mascherine e altri ausili che non possiamo usare perché siamo chiusi. E’ una situazione priva di senso, – ha detto – ma ora siamo arrivati al limite della sopportazione”. (ANSA).