Da ‘morire per Maastricht’ a ‘morire per Big Pharma’

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Domenico Alessandro MascialinoVaccini killer e certificati di immunità: l’agenda dei malthusiani procede spedita grazie  alla acquiescenza di popolo e politici. Quando a dei noti criminali di guerra, in un noto processo, venne chiesto come avessero potuto macchiarsi di certe atrocità poi tristemente finite nei nostri libri di storia, i soldati in questione risposero che stavano solo “eseguendo gli ordini”. Né più, né meno.

Ai giorni nostri sembra di rivedere quella stessa, meccanica adesione a degli ordini e a delle regole pazzeschi: vaccini sperimentali propagandati come la salvezza e che stanno causando valanghe di vittime ed effetti collaterali gravi; mascherine che saturano i polmoni di anidride carbonica indossate anche all’aperto da tutti con nonchalance; attività economiche al collasso e disoccupazione alle stelle per il fallimentare rito pagano del lockdown; libertà di movimento calpestata in sfregio alle carte costituzionali; abuso di Internet in ogni dove, dagli uffici alle scuole, e ora l’ultima follia, il passaporto vaccinale che dovrebbe permettere ad alcuni cittadini (di serie A) di muoversi liberamente per il mondo, mentre gli altri non si sa cosa potranno fare o non fare.

Ciò che sgomenta di tutto questo non è tanto la volontà dei poteri fortissimi, perfettamente incarnati da gente come Bill Gates, la Fondazione Rockefeller e il World Economic Forum di Davos (tutta gente che aveva casualmente “previsto” l’arrivo della pandemia ben prima che scoppiasse) di voler approfittare del caos pandemico per portare avanti l’ormai celebre Grande Reset e il progetto ID2020 (l’assegnazione di Identità digitali ad ogni cittadino collegate alle vaccinazioni e la creazione di un “certificato digitale di buona salute” o Green Pass come quello che si sta introducendo in Ue), ma la totale, assoluta obbedienza all’autorità dei cittadini italiani e, in buona parte, anche dei cittadini degli altri Paesi, sebbene altrove si siano tenute molte più proteste e manifestazioni.

Sgomenta vedere come il Paese e il tessuto sociale ed economico vengano giorno dopo giorno fatti a pezzi, e l’unica preoccupazione rimasta degli italiani sia quella di tenere bene la mascherina sopra il naso e di igienizzare le mani. Specie quando vengono quotidianamente imposte delle norme che o hanno fallito in un anno di applicazione (vedi lockdown, mascherine, distanziamento sociale) o sono palesemente assurde e inutili (vedi coprifuoco e un vaccino sperimentale per un virus che è già mutato un sacco di volte).

Tutto questo mostra come l’intento dell’autorità non sia quello di sconfiggere il virus (anzi, la pandemia deve durare ancora a lungo per permettere a questi signori di completare l’agenda dei loro padroni e sodali) ma di mantenere la popolazione sotto controllo perenne, impoverita, imbavagliata e obbediente con la sua museruola a norma di legge, come ho scritto in un articolo precedente. “Zitti e buoni” non è una canzone vincitrice a Sanremo, ma un programma politico.

L’acquiescenza è ciò che sta permettendo a questo regime di diventare sempre più soffocante. Dal portare la mascherina quando tutti sanno che non serve a nulla (da soli all’aperto o in automobile), fino al restare chiusi in casa per qualche contagio asintomatico in più nella propria regione (250 casi alla settimana ogni 100mila abitanti è una soglia RIDICOLA per la zona rossa, roba da perseguire in tribunale) e all’accettare la chiusura del proprio locale e il conseguente disastro economico perché così vuole il governo.

Da ‘morire per Maastricht’ a ‘morire per Big Pharma’

Dal morire per Maastricht al morire per Big Pharma e il Grande Reset il passo è stato breve. Dopo un anno, chi doveva capire ha già capito. Chi non ha capito, farebbe bene a farlo in fretta: la dittatura sanitaria non intende andarsene da sola, e il virus è stato fatto per durare, magari mutando, in eterno: una nuova variante spauracchio può sempre essere inventata, così come una versione “aggiornata” del Sars-Cov-2.

E’ tutto nella reazione dei cittadini il potere di far finire questa pandemia artificiale e l’arroganza conseguente di chi la sta dirigendo: come dimostra il caso tedesco, quando i popoli si ribellano e protestano, le misure più impopolari come i lockdown duri si liquefanno come neve al sole. Con tanti saluti a La Scienza e alle sue pretese certezze. Ogni provvedimento di questa pandemia infinita è POLITICO prima che sanitario. Accettarlo o rigettarlo è una decisione che spetta ad ogni cittadino. E non è più il tempo di aspettare una ripartenza che non ci sarà mai, se non saremo noi a pretenderla.