di Cristina Verdi – Una caricatura della Madonna, rappresentata con la forma dell’organo sessuale femminile, portata in “processione” fino alla scalinata che porta al sagrato della parrocchia dei Santi Angeli Custodi di piazza Sempione. E poi, lo striscione “Like a virgin” affisso sotto la statua della madonnina simbolo del quartiere Montesacro, a Roma.
Per le femministe e i centri sociali Astra e Brancaleone, che hanno organizzato l’iniziativa, si è trattato di una “sacra celebrazione anti-patriarcale” per celebrare la festa della donna. Ma l’evento sa di provocazione, visto che i fedeli che entravano e uscivano dalla chiesa per assistere alle celebrazioni domenicali si sono ritrovati una rappresentazione blasfema della Vergine proprio all’entrata del luogo sacro.
“Che le devo dire, è ovvio che qui sono tutti indignati, si tratta di un’offesa bella e buona”, ci spiega un addetto che risponde al telefono quando tentiamo di metterci in contatto con il parroco, padre Mario Aceto. Il sacerdote non c’è e in chiesa nessuno pare aver voglia di parlare con i giornalisti. Da quando il Municipio ha presentato un progetto di pedonalizzazione della piazza che prevede lo spostamento della statua della Madonna, per qualcuno padre Mario si è trasformato in un prete “fascista” ed “omofobo”.
Ma per capire cosa sta succedendo in questo quartiere della zona nord di Roma bisogna fare un passo indietro. L’oggetto del contendere è proprio la statua della Madonna che si trova al centro della piazza. Il piano per rendere l’area pedonale, proposto dal presidente del III Municipio, Giovanni Caudo, ne prevede lo spostamento a ridosso della scalinata della chiesa. Ma la parrocchia si è opposta, non solo perché ostacolerebbe lo svolgimento delle cerimonie, ma anche perché quella statua rappresenta un simbolo per l’intero quartiere.
I residenti organizzano anche una raccolta firme, mentre il movimento ultra-cattolico Militia Christi espone uno striscione con scritto “Giù le mani dalla statua”. Apriti cielo, il parroco viene subito accusato di essere un militante “neofascista”. E non solo. A far discutere sono anche le parole dello stesso sacerdote, che davanti alla chiesa un paio di settimane fa, rispondendo alle polemiche sullo striscione a difesa della Madonnina, ha definito uno “scempio” la bandiera arcobaleno che adorna la facciata del municipio.
Un’affermazione che getta ulteriore benzina sul fuoco e che non è andata giù alle associazioni per i diritti dei gay e alla sinistra militante che ieri ha organizzato la sceneggiata. A cavalcare le polemiche è anche l’assessore alla cultura del Municipio, Christian Raimo, che sul suo profilo Facebook, oltre ad accusare il parroco di essere “tornati al 1930”, sceglie di dare visibilità all’evento organizzato dai centri sociali.
Ma la trovata dissacrante delle femministe fa discutere, e divide anche la stessa comunità gay. Umberto La Morgia, fondatore del movimento “Omosessuali di destra” ed esponente di Fratelli d’Italia, si schiera in difesa del parroco e parla di una “provocazione ai limiti della blasfemia”. “Questo è vilipendio della nostra religione ed è comunicazione violenta, – attacca – e mi chiedo anche a livello simbolico come si possa definirsi per i diritti delle donne e poi avere l’ossessione di rappresentarle sistematicamente tramite una vagina”.
“Mi fa specie – prosegue – che alcuni giornali abbiano dato notizia del fatto specificando, non si sa in base a cosa, che il parroco in questione sarebbe ‘omofobo’. Come a dire che in qualche modo se la sarebbe andata a cercare”. “Ci sono persone che proclamano a parole amore, diritti e lotta all’odio, ma che il rispetto non l’hanno mai imparato”, conclude.
“Penso che la libertà di espressione vada sempre difesa, ma non quando questo significa offendere l’altro, e ieri è stata offesa un’intera comunità”, va avanti anche Giordana Petrella, che punta il dito contro il presidente del Municipio. “Noi consiglieri siamo venuti a conoscenza del piano di pedonalizzazione dai giornali, è un progetto che ci ha colto tutti alla sprovvista”, denuncia. “Probabilmente se si fosse avviata una discussione collegiale, coinvolgendo anche la parrocchia e la società civile – ha concluso – non si sarebbe arrivati a questo livello di scontro”.
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Madonna a forma di vagina, le reazioni
Ad esprimere solidarietà al parroco è anche Pro Vita e Famiglia. “Femministe contro la statua di una donna l’8 marzo, è la festa di tutte le donne o di chi decidono loro? Al centro di Piazza Sempione c’è una donna che è attaccata da altre donne proprio oggi 8 Marzo, Festa di tutte noi. Si chiamava Maria. Ma si rendono conto di quello che fanno? O sono oramai persi nell’ideologia? Ma le donne poi, sarebbero solo la propria vagina?”, attacca Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo della stessa associazione.“La donna ridotta ai suoi genitali – continua – non è quello che combattevamo tutti insieme?”.
Per l’attivista “una giornata che dovrebbe vedere al centro delle migliori attenzioni le donne si è trasformata in una giornata di vera e propria violenza”. “Per non parlare – aggiunge – dello sciopero che oggi colpisce Roma, dai trasporti agli asili nido. Un’altra vera e propria aggressione alle famiglie”. “I diritti di tutti e di noi donne – commenta – non sono affatto difesi né tutelati”.
“Anziché battersi per la dignità della donna, cosa fanno le femministe e i centri sociali? Oltraggiano il simbolo più alto della donna, la ‘donna della vita’, ‘della religione’ e ‘della famiglia’: Maria, la madre di Gesù. E l’hanno fatto nel peggiore dei modi: mostrandola a forma di vagina”, commenta anche Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega, responsabile del dipartimento Famiglia del partito di Matteo Salvini.
“Sono indignata – ha detto- come donna, come madre di famiglia, come medico e come politico. Le vere battaglie sono altre: i femminicidi, la parità salariale, leggi che impediscano di dover scegliere tra figli e diritto al lavoro, l’abominevole pratica dell’utero in affitto che le mercifica”.