Mancano i vaccini? L’Europa spedisce dosi in mezzo mondo

La fabbrica di vaccini del Benelux, che per ironia della sorte si trova a pochi chilometri da Bruxelles,  dirotta ciò che esce dai suoi cancelli in mezzo mondo, sotto il naso dei geniali contrattatori della commissione Ue.

di Lorenzo Mottola – Siate orgogliosi: l’Unione Europea sta facendo la storia. La storia dell’idiozia: quando mai nel pieno di una epidemia si erano visti Paesi produrre antidoti e spedirli all’estero invece di usarli? Oggi la situazione è esattamente questa: dalla Ue partono vaccini per tutto il pianeta. Esportiamo in Nord America, anche se pure da quelle parti fabbricano i farmaci e gli Usa risultano addirittura in anticipo rispetto alle previsioni per la campagna di immunizzazione (l’Italia ha fatto circa il 50% di quanto annunciato).

Esportiamo verso alcuni Stati del Sud America, per il semplice fatto che lì non ci sono impianti e i governi locali hanno pagato bene per saltarci nella coda. Esportiamo nel Regno Unito. Gli inglesi hanno iniziato a soffiarci i medicinali di Pfizer, Moderna e AstraZeneca prima ancora che il loro uso fosse autorizzato dalla Ue. Esportiamo nella penisola arabica. E ovviamente lì ci siamo fatti fregare sui soldi. Difficile calcolare quante dosi lasciamo volare fuori dal nostro continente, ma sicuramente parliamo di svariati milioni. Proviamo a fare qualche conto.

Fabbriche

Il nodo principale riguarda la Pfizer, che attualmente realizza la maggior parte degli antivirus esistenti al mondo in tre stabilimenti: uno negli Stati Uniti, uno a Puurs, in Belgio, e un terzo a Marburgo, in Baviera. Quest’ ultimo è diventato operativo da poche settimane, quindi per ora non ha confezionato quantità significative. Quello americano si trova a Kalamazoo, in Michigan, e fabbrica farmaci praticamente solo per gli Stati Uniti.

Poi c’è l’impianto del Benelux, che per ironia della sorte si trova a pochi chilometri da Bruxelles. Questa industria dirotta ciò che esce dai suoi cancelli in mezzo mondo, sotto il naso dei geniali contrattatori della commissione Ue. La Pfizer, infatti, vende chiaramente al miglior offerente, anche se produce in Europa. Una cosa che la Casa Bianca invece non tollera. Come dicevamo, dall’Europa sono partite fialette perfino verso il Nord America, dove la Pfizer produce vaccini.

Il problema è che gli Usa non si sono mostrati particolarmente generosi con i loro vicini di casa. Il Messico, per ora, è riuscito a coprire appena l’1,6% dei suoi cittadini. Il Canada è fermo al 4,1% della popolazione. Questi due Paesi hanno stretto degli accordi con la Pfizer, la quale piuttosto che sfidare Washington ha preferito far arrivare le casse dal Belgio (in tutto si parla di più di due milioni di dosi) con tanto di servizio fotografico all’arrivo delle casse all’aeroporto. Il tutto mentre le forniture ai Paesi della Ue venivano tagliate per problemi di produzione.

Sempre dai dintorni di Bruxelles arrivano i vaccini destinati ad Israele. E anche qui parliamo di milioni di dosi, circa 3,5. Per Tel Aviv il ragionamento è identico a quello degli Emirati Arabi, del Bahrein e dell’Arabia saudita (almeno 5 milioni di dosi somministrate in tutto). Basta pagare: è ormai noto che il governo Netanyahu spende circa il doppio di quanto fa la Ue. E i vicini arabi hanno seguito l’esempio. Tutti importano dagli europei. E hanno ormai percentuali di immunizzati ben oltre il 50% (Israele al 91%).

La vittoria dei poveri

A fregare la Ue, comunque, non sono stati solo gli sceicchi. Anche il Cile ha importato 3,2 milioni di unità di anticovid dall’estero. E per quanto non si stia parlando di un Paese del terzo mondo, sicuramente il potenziale economico del governo di Santiago è diverso da quello francese o tedesco. Eppure i sudamericani sono riusciti a organizzare voli per riuscire ad approvvigionarsi a 12mila chilometri di distanza.

L’ultimo curioso caso riguarda i rapporti con il Regno Unito. Ormai sono note le “sviste” dell’Unione riguardo ai contratti stretti con AstraZeneca, multinazionale anglo-svedese che ha impianti sia sul continente sia in Gran Bretagna. L’azienda ha avuto effettivamente dei ritardi nella produzione in alcune fabbriche, ma ha tagliato le forniture esclusivamente ai Paesi Ue. E intanto Londra ha continuato a importare dal Belgio casse di vaccino Pfizer. Esattamente come aveva iniziato a fare a dicembre, quando ancora l’Agenzia del Farmaco della Ue doveva decidere se autorizzare le somministrazioni. Oltremanica si iniettavano già medicinali fatti a due passi dagli uffici della commissione europea. Una commissione di fenomeni.

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