Paolo Del Debbio? Caro Mario Draghi, fai come lui

Paolo Del Debbio

“Ci vorrebbe gente schietta e pragmatica come Paolo Del Debbio al Ministero dello Sviluppo Economico”

Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra elogia l’esempio concreto e autorevole di uno fra i giornalisti più schietti e vicini al popolo della televisione italiana.
Ho sempre stimato Paolo Del Debbio. Un Collega autorevole, verace e sincero anche quando rimbrotta prontamente, con quel suo tocco di efficace toscanismo, gli ospiti in studio o in collegamento richiamandoli a buonsenso e ordine.

Uno realmente onesto e competente, che di certo non le manda a dire. E che trovo in gran forma, non solo fisicamente. Di settimana in settimana aumentano, nella scaletta del suo ottimo talk-show serale del giovedì ‘Dritto e Rovescio’, le voci e i cori di protesta di quell’Italia spiantata e dolorante equamente divisa fra artigianato, commercio al dettaglio, liberi professionisti e PMI che continua a essere tristemente ignorata dal Governo.

Vergognosamente derisa e passata nel dimenticatoio da coloro che – pur mentendo tutti consapevolmente – ancora ostinatamente ci accingiamo a chiamare ‘politici’: ma che, dell’ontologicamente intesa ed etimologicamente propria ‘arte del buon governo’ della ‘polis’ di ellenica memoria nulla invece possiedono.

Un’Italia stremata da un’intermittenza fra apri-e-chiudi pari a quella, certamente ben più felice e rassicurante, delle luminarie natalizie fuori e dentro le case.

Ristoranti, bar, autobus turistici, discoteche, pub, negozi di ogni genere, aziende agricole e agrituristiche, luna-park, lavoratori dello spettacolo: ecco la filiera che muore, al cui servizio il conduttore fra più amati e seguiti di ‘Mediaset’ si è sapientemente e umilmente posto. Nessuno escluso.

Mentre Roberto Speranza blatera scenari a cui solo lui crede, e altrettanto altresì fanno i 23 ministri-minestra che oggettivamente mi domando come faccia onestamente Mario Draghi a battezzare e bollare come il “Governo dei Migliori”: essendo quegli esponenti di partito alla guida di dicasteri strategici per la ripresa del Paese rimasti praticamente gli stessi, fallimentari, del Giuseppi Bis.

Bisognerebbe prendere esempio

Ci vorrebbe gente schietta e pragmatica come Paolo Del Debbio al Ministero dello Sviluppo Economico. Un uomo e un giornalista che, proprio come il grande e indimenticato Antonio Lubrano, ha passato una vita a respirare di persona gli umori ballerini della gente fra strade, piazze, mercati e città. E sempre e solo nell’ottica e nel segno della Ricerca della Verità, come cuore, mente e deontologia impongono.

Perché il buongusto, a quanto evidentemente pare, sta di casa più nelle redazioni tv di una rete vicina al popolo (non più – ahimé – sovrano) come ‘ReteQuattro’ (in compagnia degli ottimi Mario Giordano e Nicola Porro), piuttosto che a Palazzo Chigi, o negli uffici dei Sottosegretari.

La rivolta, il rovesciamento, sono sempre più prossimi, procedendo spediti così verso un baratro di difficilissima risalita. All’appropinquarsi della data clou del 31 marzo, che al momento attuale segnerà lo sblocco dei licenziamenti pronti a sommarsi agli oltre 500mila occupati irrimediabilmente persi nel 2020, mi chiedo a oggi che intenzioni in merito abbia l’Esecutivo.

Tutto intento a parlare di Ambiente, Digitalizzazione, Transizione Ecologica e altri aspetti che per nulla appaiono e sono prioritari rispetto a una nazione che non sa più dove sbattere la testa.

Caro Draghi, ascoltami: fai come Paolo Del Debbio. Fatti, e parole edificanti. Per il bene dell’Italia in cui sei nato e che ti ha portato fortuna, non certo dell’Europa.

Maurizio Scandurra