Traffico di eroina, arresto di Jamel Chebbi a Padova

Traffico di eroina - arresto

L’indagine che ha portato all’arresto di Jamel Chebbi, a capo di un traffico di eroina da 50 chili . Le indagini della procura e della squadra mobile di Padova hanno portato a un’ordinanza per nove misure cautelari (di cui 6 in carcere e 3 divieti di dimora) emessa dal Gip nei confronti di altrettante persone accusate di un grosso traffico droga, principalmente eroina. Altri 5 sono co-indagati, ma non destinatari di provvedimento restrittivo.

Il leader dell’organizzazione è considerato Jamel Chebbi, detto “Jack” o “Michael Jackson”, 49enne tunisino che vive a Cavarzere. Il traffico di eroina, secondo quanto appurato dalle indagini, è frutto della collaborazione tra criminali magrebini, albanesi e italiani. La loro principale piazza di spaccio era a Padova.

Le indagini sul traffico di eroina hanno avuto inizio nel 2020 da alcune segnalazioni su episodi di spaccio in zona Mortise, a Padova, in seguito alle quali la polizia ha preso prima un tunisino (già noto alle forze dell’ordine, ora destinatario di misura ma latitante) e poi un suo “collega”, l’italiano Franco Inglese. Le indagini hanno poi portato ad altri complici e soprattutto alla constatazione di avere a che fare con un traffico notevole di eroina.

Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i pedinamenti e le riprese video hanno confermato i sospetti, portando a degli arresti in flagranza: quello a carico di Inglese, trovato il 23 ottobre in possesso di 130 grammi di eroina “caramellata” e mezzo chilo di hashish; poi, pochi giorni dopo, il 28 ottobre, quello del corriere albanese Memaj, trovato con 750 grammi di eroina. Quest’ultimo arresto ha permesso, attraverso la ricostruzione degli spostamenti di Memaj, di arrivare ad una vera e propria raffineria per la preparazione della droga a Bosaro, in provincia di Rovigo, con il successivo sequestro di altri 32 chili di eroina.

Il corriere Memaj – L’arresto di Inglese ha costretto il resto della banda a riorganizzarsi, cambiando sim dei telefoni, spostando lo stupefacente e sostituendo la figura del collaboratore. Ma l’arresto determinante è stato proprio quello di Memaj, assieme a dei quaderni sequestrati all’interno della raffineria di Bosaro.

Memaj era il corriere della banda ed è stato lui stesso a contribuire alle indagini, spiegando agli investigatori il significato di una serie di acronimi utilizzati nei quaderni: appunti che contenevano la contabilità, i dati dei clienti e delle consegne. Così si è scoperto che le consegne a Padova di Memaj erano iniziate il 13 luglio 2020 e, in pochi mesi, ammontavano a 47 chili di eroina e mezzo chilo di coca, a fronte di pagamenti per 260mila euro.

A chi era destinata tutta questa eroina?

Alla banda di Jamel Chebbi, il 49 enne tunisino residente a Cavarzere, attualmente sottoposto all’affidamento in prova. Chebbi era il leader del gruppo denominato “Jeta” (che in albanese significa “vita”). Coordinava l’acquisto e il successivo spaccio, senza mai esporsi in prima persona: inviava i suoi collaboratori, fra cui Franco Inglese, a ricevere la droga, dopodiché incaricava dello spaccio i due pusher El Haj, detto “Karim”, e Triki, detto “Kalonga”, anche loro tunisini. Tutti si rivolgevano a Chebbi con l’appellativo di “capo”. Dopo l’arresto di Inglese, è sempre Chebbi a preoccuparsi di come arginare le conseguenze e di evitare di essere collegati a lui.

La coppia e i pusher

Inglese, una volta ricevuto lo stupefacente, lo consegnava agli spacciatori al dettaglio e ne smerciava personalmente una parte. In questo sarebbe stato aiutato anche dalla compagna Donatella Sandon, che lo avrebbe accompagnato in varie occasioni agli incontri con il corriere. È stata lei ad avvertire il resto del gruppo quando Inglese è stato arrestato. “Karim” e “Kalonga” sono l’ultimo anello della catena, coloro che si occupavano di preparare le dosi e di rivenderle al dettaglio. Il ricavato della vendita lo consegnavano a Chebbi.

Traffico di eroina dall’Albania

Che nella filiera di approvvigionamento della droga fossero coinvolti altri soggetti di etnia albanese ne hanno dato prova alcuni servizi di osservazione svolti a Modena nell’ottobre 2020, occasione in cui Memaj consegnò chili di sostanza a Ervis Hasko e Ingrit Ballshi. Ballshi era già risultato coinvolto in passato in un traffico di eroina e cocaina dall’Albania all’Italia. Entrambi ora sono destinatari di misura cautelare, il primo in carcere e il secondo di divieto di dimora a Modena.

I cinque indagati, infine, avevano ruoli minori, perlopiù “tassisti” per il resto del gruppo. Le perquisizioni eseguite nelle ultime ore hanno permesso anche l’arresto di El Haj, trovato in possesso di tre etti di eroina “caramellata” pronta per essere spacciata.  https://www.veneziatoday.it

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