Il Dottor Mario Draghi nel suo discorso al Senato ha detto che il governo si muove nell’ambito della “appartenenza all’Unione europea” ha tenuto a ribadire la “irreversibilità della scelta dell’euro” e che gli Stati nazionali devono cedere sovranità per conseguire una comune “sovranità condivisa”.
Occorre una premessa: ognuno può legittimamente cambiare idea e mi riferisco alla tesi di laurea del Dottor Mario Draghi (relatore il Prof. Federico Caffè) e lui può ben dire oggi che nella tesi di laurea nella quale dimostrava la impossibilità di una moneta unica senza una comune Autorità politica, aveva detto una serie di castronerie.
Lasciamo perdere l’inquietante passato del personaggio in questione (“Britannia”, Ministero del Tesoro, Banca d’Italia e BCE), ma sarebbe stato utile che il Dottor Mario Draghi avesse spiegato cosa intendeva dire quando recentemente ha affermato che per l’euro “si era dovuto impoverire gli italiani”.
Lasciando perdere pure questo, incuriosisce l’impostazione di tale insigne personaggio che affronta i temi dell’economia in chiave quasi escatologica. Così l’appartenenza dell’Italia all’Unione europea non sarebbe una scelta politica come tale revocabile in qualsiasi momento, ma una scelta divina. Ugualmente va detto che la presunta, pretesa e voluta “irreversibilità” dell’euro è l’undicesimo comandamento (finora non conosciuto) iscritto nelle “Tavole” di Mosè rivolte al Popolo ebraico.
Il Dottor Mario Draghi mostra anche di non possedere il senso critico della storia che, contrariamente a quel che lui spera, è cambiamento continuo e testimonianza del fatto che nulla è “irreversibile”.
Sicuramente non ha mai letto una pagina di Giovanbattista Vico. Farebbe bene a farlo evitando discorsi più adatti alla ingannevole propaganda politica, piuttosto che ad ottenere la fiducia parlamentare al suo governo. L’avrà comunque poiché il grado culturale dei nostri parlamentari impedisce loro di capire che il discorso di Draghi era rivolto ad acquisire la fiducia della finanza e del monetarismo internazionale in spregio di quelli che sono i nostri sacrosanti interessi nazionali. Come si usa dire, “Ha parlato a nuora perché suocera intenda”.
Cosa farà questo governo sarà di una gravità indicibile. Di chi è strumento il Dottor Mario Draghi è chiaro a tutti ma, se potessi, e “abbuonandogli” tutto quel che egli vuole, gli vorrei porre solo una domanda: va bene la impossibilità di recedere dalla UE (che poi non è così, ai sensi del Trattato di Lisbona), va bene la irreversibilità dell’euro, ma quale sarebbe il vantaggio per lo Stato italiano e per il Popolo italiano?
Stato italiano che prima dell’euro era la quarta potenza economica mondiale e ora vanta il triste primato in tema di percentuale di poveri, di disoccupati e di disperati.
Per il resto, Mario Draghi ha un’idea molto personale e fantasiosa della “sovranità” che lui immagina come “condivisa” tra gli Stati membri dell’Unione europea.
Vengono così in evidenza le gravi carenze culturali del Dottor Mario Draghi il quale mostra di non sapere nulla di teoria generale dello Stato e del diritto perché evidentemente non ha la benché minima idea di cosa sia la sovranità.
Ma il suo metodo è comprensibile: egli non è uno sprovveduto e pensa, per come agisce e come parla, di poter accreditare l’idea che sia l’economia a governare la politica quando, viceversa, è e deve essere esattamente l’opposto.
Il Dottor Mario Draghi va compreso: lui s’intende di banche e ne cura gli interessi. Lui sa far di conto nel maneggio delle banconote ma sa bene che l’euro non è una moneta e meno che mai unica. L’euro è un titolo formale di credito nei confronti di un debitore inesistente, un rapporto fisso di cambio, se si vuole, e di scambio tra finti creditori e inesistenti debitori.
L’ho detto più volte e lo ripeto: fermiamoli finché si è ancora in tempo.
AUGUSTO SINAGRA