di Movisol.org – – A riprova del fatto che quando parliamo di “fascismo verde” non esageriamo, alcuni rappresentanti della comunità finanziaria ora confessano che la realizzazione del Green Deal della signora Von der Leyen richiede misure incompatibili con le odierne democrazie.
In un articolo pubblicato sul sito web della Deutsche Bank Research Unit, l’economista Eric Heymann dichiara senza mezzi termini che per raggiungere gli obiettivi del Green Deal, “sarà necessario un certo grado di dittatura ecologica”.
Per il momento, scrive, la politica di protezione del clima ha un impatto limitato sulla vita quotidiana ed è perciò considerata “accettabile” da molte famiglie. Essa comporta aumento delle tasse e delle spese per il riscaldamento e la mobilità, standard di efficienza energetica più rigidi per gli edifici, ecc.
Tuttavia, “ottenere veramente la neutralità climatica, cioè emissioni zero, significa cambiare il nostro comportamento in tutti i campi della vita”. “Questo, perché non ci sono ancora tecnologie adeguate dal punto di vista del rapporto costi/benefici, che ci permettano di mantenere i livelli di vita in modo CO2-neutrale. Questo significa che i prezzi del carbonio dovranno aumentare sensibilmente in modo da spingere la gente a cambiare le proprie abitudini. Un’altra opzione (o forse una supplementare) è di inasprire considerevolmente le regole. So che ‘eco-dittatura’ è una brutta parola. Ma potremmo arrivare a chiederci se e in che misura siamo disposti ad accettare qualche tipo di eco-dittatura (nella forma di leggi) per raggiungere la neutralità climatica”.
La dittatura, spiega, sarà necessaria per superare la crescente resistenza contro, non solo le “restrizioni alla libertà personale o i diritti di proprietà”, ma anche i tagli imposti ai livelli di vita, dato che il denaro speso per la “protezione climatica” mancherà alle spese per istruzione, sanità, pensioni ecc.
Heymann fa notare che perseguire obiettivi di neutralità climatica rinunciando al nucleare è un controsenso, ma usa questo rilievo come giustificazione ulteriore per la dittatura. Come se l’abbandono del nucleare in paesi come la Germania e l’Italia non sia dovuto a campagne di terrore contro la popolazione condotte proprio da un’eco-dittatura, quella dei media e delle élite finanziarie.
Non è un caso che Heymann lavori per la Deutsche Bank, uno degli istituti più esposti alla speculazione in derivati a livello mondiale, che da anni galleggia solo grazie alle continue infusioni di liquidità della BCE. Lo stato malsano della Deutsche Bank è proverbiale, tanto da guadagnarle la definizione di “un buco con la banca intorno”. La sua sopravvivenza futura, come per la maggior parte delle megabanche globali, dipende dalla realizzazione dell’operazione di salvataggio denominata “finanza verde”.
L’articolo di Heymann è stato pubblicato all’indomani delle elezioni negli Stati Uniti, quando i media avevano già proclamato Biden vincitore. Quel Biden che il 17 gennaio ha annunciato che il suo primo atto presidenziale sarà quello di rientrare negli accordi di Parigi sul clima, che Trump aveva abbandonato.