Crisi governo, prof. Becchi: “Due galli in un pollaio”

di Paolo Becchi  – Due galli in un pollaio – Ci stiamo avvicinando al carnevale ed eccoci alle cronache di un ballo mascherato all’interno di un pollaio. In effetti ormai non ci sono più volti ma solo mascherine, per adattare Pirandello ai nostri tempi.
Un gallo apre le danze. Si è stufato del suo ruolo subordinato. Chiede la testa del gallo maggiore che sta nello stesso pollaio, ma questo non ci sta a farsi spennare e la spunta per un pelo. Incavolato il gallo maggiore inizia a dare la caccia a qualche gallina, ma molte scappano impaurite. Tutte sono terrorizzate e hanno smesso di fare le uova.

Il contadino è preoccupato e non sa più cosa fare, vorrebbe un po’ di pace tra tutte le galline, anche perché nei dintorni l’aviaria incombe e non si scherza mica con quella.
Ma niente da fare. Una piccola schiera di galline vorrebbe a questo punto chiudere il pollaio per aprirne un altro molto più piccolo e con un altro gallo. Non ne possono più dei due galli. Difficile dar loro torto. Ma la maggioranza delle galline non vuol fare la brutta fine nel brodo di gallina.

Anche il contadino, in questo momento, vorrebbe evitare il brodo con così tante galline. Lui vorrebbe soltanto portare un po’ di serenità in tutto il pollaio. E una idea ce l’avrebbe pure. Ma non riesce nel suo intento. Povero vecchio, nessuno più lo ascolta. Allora al contadino non resta altro che cercare di far capire ai due galli che è l’ora di smetterla di fare tutto questo casino nel pollaio: ci vuole un po’ di pace almeno per qualche mese.

Dopo un lungo tira e molla e senza esclusione di colpi tra i due galli così andò pure a finire. Altro che nuovo pollaio… le galline che chiedevano la chiusura del pollaio furono messe in quarantena fuori dal pollaio.
L’aviaria si calmò. Le galline rimaste nel pollaio tornarono a fare le uova, come se nulla fosse successo. Il carnevale era finito.

Paolo Becchi