Covid, UE vuole nuove zone epidemiologiche ”rosso scuro”

La Commissione europea ha proposto oggi una modifica all’attuale mappatura delle zone epidemiologiche della pandemia di Covid-19, con l’introduzione di un nuovo colore, il rosso scuro. Si applicherà alle aree in cui la diffusione del virus è più alta e ci sono rischi maggiori che si trasmettano le nuove varianti apparse a seguito delle sue mutazioni. Le aree rosso scuro saranno quelle in cui il tasso d’infezione è maggiore a 500 nuovi casi per 100.000 persone negli ultimi 14 giorni.

La proposta, che modifica una raccomandazione del Consiglio Ue già adottata a fine ottobre, riguarda le “misure mirate” da prendere alle frontiere interne dell’Unione per evitare di danneggiare il mercato unico bloccando i movimenti necessari di merci, di “lavoratori essenziali” e dei transfrontalieri, ma scoraggiando fortemente tutti i movimenti “non essenziali”. La Commissione presenterà la proposta oggi pomeriggio agli Stati membri nell’ambito dell’Ipcr (“Integrated Political Crisis Response Mechanism), il comitato di coordinamento del Consiglio Ue sulle misure per contenere l’epidemia di Covid-19.

L’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) aggiornerà con scadenza settimanale la mappa dell’Ue con le diverse zone colorate, includendo le nuove aree rosso scuro. Secondo la modifica della raccomandazione, gli Stati membri dovranno richiedere alle persone che viaggiano all’interno dell’Ue, in provenienza da un’area rosso scuro, di sottoporsi a un test prima dell’arrivo e a una quarantena dopo l’arrivo, come raccomanda il Comitato per la sicurezza sanitaria e come avviene già attualmente in diversi paesi.Tuttavia, le persone che vivono nelle regioni di confine e i lavoratori transfrontalieri dovrebbero essere esentati da alcune di queste restrizioni di viaggio: se hanno spesso bisogno di attraversare le frontiere, per motivi familiari o di lavoro, non dovrebbe essere loro richiesto di sottoporsi a quarantena, e anche la frequenza dei test richiesti dovrebbe essere proporzionata. Inoltre, quando la situazione epidemiologica su entrambi i lati della frontiera è simile (ovvero se il confine attraversa una zona dello stesso colore nella mappa), non dovrebbe essere imposto a queste persone nessun requisito di test.

Gli Stati membri dovrebbero anche cercare di evitare interruzioni dei “viaggi essenziali”, in particolare per mantenere i flussi di trasporti che si muovono in linea con il sistema delle “corsie verdi”, e per evitare interruzioni della catena di approvvigionamento. In considerazione dell’aumento dei rischi dovuti all’andamento dei contagi e alle nuove varianti, anche i “viaggiatori essenziali” (per esempio gli operatori sanitari e le persone che viaggiano per ragioni familiari o di lavoro imperative) in provenienza da aree rosso scuro dovrebbero essere sottoposti a test e quarantena, ma a condizione che questo non abbia un impatto sproporzionato sull’esercizio della loro funzione o esigenza essenziale. I lavoratori dei trasporti, che sono generalmente poco esposti a contatti con la popolazione, non dovrebbero essere tenuti a sottoporsi a quarantena, e in linea di principio dovrebbero essere esentati dai test che si applicano ai viaggiatori. Le stesse esenzioni dovrebbero applicarsi anche ai “viaggiatori essenziali” in transito in uno Stato membro.

Oltre all’aggiornamento della raccomandazione per i viaggi intra Ue, la Commissione ha adottato oggi anche una seconda proposta, che mira a modificare la raccomandazione del Consiglio sui viaggi verso l’Unione provenienti da paesi terzi. I viaggiatori, in questi casi, inclusi quelli “essenziali”, dovranno tutti essere sottoposti a test molecolare Pcr entro 72 ore prima della partenza, tracciamento dei contatti, e isolamento e quarantena fino a 14 giorni dopo l’arrivo.Loc  ASKANEWS