“Agli inizi 2020” – ha detto il premier in Aula, riprendendo il discorso fatto ieri a Montecitorio – il progetto del governo, un progetto nel quale “c’era visione, forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia” si è dovuto “misurare con la pandemia che ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle nostre relazioni. Affontiamo una sfida di portata epocale”.
Di fronte alla pandemia il governo ha dovuto “operare delicatissimi, faticosissimi, bilanciamenti dei princìpi e dei diritti costituzionali.
In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo – certamente anche con fatica – convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici”. “Abbiamo coltivato – sottolinea – un costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle Autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di “leale collaborazione” sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato – a tacer d’altro – che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle Regioni”. ANSA