Un tribunale del Perù terrà oggi una seduta per permettere alla Procura peruviana di formalizzare i capi d’accusa nei confronti dell’ex presidente Alberto Fujimori per una campagna di sterilizzazioni forzate che fra il 1990 e il 1999 coinvolse oltre 300.000 donne, per lo più indigene, madri di più figli.
Attraverso una udienza virtuale, riferisce la radio RPP di Lima, il giudice Rafael Martín Martínez ascolterà la relazione del pm Pablo Espinoza che formulerà le accuse contro Fujimori, gli ex ministri della Salute dell’epoca, ed altre importanti personalità coinvolte nella realizzazione del piano governativo che risale a più di 22 anni fa.
Secondo l’emittente la Procura sosterrà la tesi che le sterilizzazioni realizzate senza il consenso delle donne coinvolte, sicuramente alcune migliaia, rappresentano “crimini contro l’umanità” che dovranno essere puniti severamente. Il processo è stato sospeso in apertura della prima udienza ieri per la mancanza di una interprete della lingua quechua nella versione parlata a Cusco. Lo scrive oggi il quotidiano El Comercio di Lima
Attualmente Fujimori, 81 anni, è in carcere per scontare una pena di 13 anni per crimini contro l’umanità e corruzione.
(da wikipedia) Il Perù mise in atto un programma di sterilizzazioni forzate nei confronti di indigeni (essenzialmente le etnie quechua e aymara), in nome di un “piano di salute pubblica” presentato il 28 luglio 1995. Il piano fu principalmente finanziato da fondi dell’USAID (36 milioni di dollari), della Nippon Foundation, e, più tardi, del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA)
Nel febbraio 1996, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stessa si congratulò con Fujimori per il suo piano per controllare la crescita demografica