Giurista Ainis: “Stato di emergenza è rottura dell’ordine democratico”

Di  Francesca Bernasconi – “Lo stato di emergenza è una rottura dell’ordine democratico e va usato con il contagocce” . Ad affermarlo in un’intervista alla Nazione è il giurista Michele Ainis, che ricorda l’eccezionalità della situazione, che non giustifica proroghe all’infinito: “Continuare a prorogare lo stato di emergenza non è illegittimo, entro certi limiti, ma è certamente inopportuno“.

Il governo aveva dichiarato lo stato di emergenza allo scoppio della prima ondata della pandemia da nuovo coronavirus. Successivamente, ci sono state ulteriori proroghe. E ora, si pensa a rinnovare nuovamente lo stato di emergenza, una situazione che, a quasi un anno dal primo caso di Covid-19, sembra diventata perenne. Ma il continuo rinnovamento di questo stato è legittimo? “Lo stato di emergenza è una questione eccezionale e l’eccezione deve essere comunque circoscritta nel tempo- spiega Ainis- Per questo il codice della Protezione Civile dice che lo stato di emergenza non può superare i 12 mesi e non è poi prorogabile oltre i 12 mesi. Se i 12 mesi li conteggiamo dalla fine del primo stato di emergenza, che è finito il 31 luglio 2020, questo vuol dire che è possibile prorogarlo non oltre il 31 luglio 2021“. Prorogare nuovamente lo stato di emergenza sarebbe quindi legittimo, anche se sarebbe meglio evitare di usare a lungo i poteri straordinari concessi all’esecutivo: “Servono cautela e misura“.

Quando uno Stato dichiara l’emergenza, infatti, si procede in modo contrario risopetto a una situazione di normalità, soprattutto dal punto di vista legislativo. Normalmente, infatti, “la legge prevale sul decreto ministeriale perché la legge la fanno dei parlamentari che noi abbiamo eletto“. Ma durante lo stato di emergenza, le cose cambiano: “La gerarchia delle fonti viene sovvertita. È una rottura dell’ordine democratico e va quindi usata con il contagocce. Il governo attraverso i Dpcm è una condizione patologica, non fisiologica“. In alcuni casi, quando il governo abusa dei Dpcm “la Costituzione non viene direttamente violata: viene frodata, viene elusa“, perché gli strumenti costituzionali vengono usati in modo “improprio”: “Questo è lo specchio di un sistema dissestato, e la responsabilità non è dell’ordine costituzionale, ma è figlia di un’inadeguatezza della politica“.

In ogni caso, conclude Michele Ainis, anche in casi emergenziali, “bisogna sempre operare un bilanciamento. Quello che occorre è la ragionevolezza“.

Leggi la notizia su Il Giornale