In un Italia in zona rossa per le feste natalizie a causa delle restrizioni per il Covid, resta “prioritario il ritorno in classe. E’ il nostro obiettivo – afferma Roberto Speranza -. Certo, finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive. L’indice Rt dà segni di ripresa, dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle. Sì, ristoranti e bar chiusi alle 18, chiusi piscine, palestre, cinema, teatri, stadi. Siamo ancora dentro la seconda ondata, Londra torna verso misure molto dure e anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”.
Così, al Corriere della Sera, il ministro della Salute, che, sul vaccino AstraZeneca ammette che “il ritardo c’è e chiediamo chiarezza. Io ho massima fiducia nell’Ema. La sicurezza è fondamentale, ma non è banale sapere se nel primo trimestre puoi disporre di milioni di dosi di AstraZeneca o no”.
“Il piano resta quello che ho presentato in Parlamento con voto finale sulle comunicazioni – conferma Speranza -. Sento tante polemiche e voglio dare un messaggio, il governo quando fa un lavoro serio misura le decisioni in un tempo congruo, fare bilanci a due giorni dalla partenza è follia. Siamo un grande Paese, con un servizio sanitario nazionale solido. Molti dicevano che non saremmo partiti con gli altri, invece ce l’abbiamo fatta. Otto milioni di dosi Pfizer entro il primo trimestre sono sicure. Spero che il 6 gennaio Ema approvi Moderna, 1,3 milioni di dosi. Se poi arriva il sì ad AstraZeneca possono arrivarne molte altre, ma da Ema non arrivano ancora certezze e questo ridurrà sicuramente il numero delle disponibilità a breve. Questa è la verità”. ADNKRONOS