AL TEMPO DEL COVID CONTA PIU’ CHI RESTA DI CHI PARTE – Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra: “Per la paura della morte impensabile rinunciare alla vita”.
Abbiamo perso un po’ tutti il conto, da inizio pandemia a oggi, del numero turbinante di DPCM, misure e provvedimenti firmati da quella paludosa Armata Brancaleone che finge di chiamarsi Governo. La parola d’ordine è incertezza. Paura. Ansia. Timore.
La psicosi collettiva creata da marzo a oggi, però, inizia pianamente a franare. A presentare crepe consistenti da parte di un’opinione pubblica sempre più pronta ad aprire gli occhi sulla verità man mano che il tempo passa.
Non prendere posizione in maniera efficace è lo strumento di controllo fazioso e ricorrente con cui Giuseppi e tutti i suoi fratelli e sorelle scemi travestiti da ministri-minestra cercano di mantenere il guinzaglio al collo degli italiani. I cani amati dai padroni hanno sorte migliore rispetto a cittadini malvisti dallo Stato.
Non è pensabile alimentare ancora una società in cui la paura di morire comporta la rinuncia al vivere. In cui gli scomparsi, anche fossero 100mila (possiamo mica decidere tutto, noi mortali!), sono pur sempre di gran lunga inferiori a tutti quegli altri umani destini che invece rimangono, ovvero milioni di persone. E mentre c’è chi parte, altri invece nascono. E’ il ciclo del mondo sin dall’origine del Tutto.
E che, pertanto, secondo questa protezionistica logica assurda, non possono più al momento espletare tutte quelle sacrosante funzioni di socialità ed economia che l’esercizio della civiltà comporta perché dobbiamo badare più ai defunti che ai viventi. Non siamo nati per ragionare come becchini!
Ed è un dato, questo, che bisogna accettare: la vita appartiene a Dio, non all’uomo. Appare dunque fuori luogo la pretesa insostenibile di chi pensa che i presunti decessi da Coronavirus (solo un coglione può bersi tutto d’un fiato il veleno mistificato di dati contraffatti circa la reale entità del fenomeno) siano effettivamente tutti tali.
Il vero stato di emergenza non è quello in vigore sino al 31 gennaio, e altresì passibile di prolungamento sino almeno a tutto il 31 Marzo. L’emergenza di uno Stato è l’assenza di un popolo capace di ribellarsi in ogni modo a un giogo pesante e invisibile che si chiama ‘Great Reset’. Nuovo Ordine Mondiale. Europa bastarda e ladrona.
In cui l’unica incertezza impossibile agli occhi dei potenti scacchieri del mondo è proprio quella variabile determinante che essi volutamente ignorano: quella Divina Provvidenza che al momento opportuno rovescerà i potenti dai troni, disperdendo i superbi nei pensieri del loro cuore, proprio come canta la Vergine Maria nel proprio meraviglioso ‘Magnificat’.
Maurizio Scandurra