Il vero interesse di Colao non è il bene pubblico


di Radio Radio TV

Quello che oggi quindi stride è il fatto che, un manager che da sempre ha curato interessi di aziende private, si trova a dover tutelare l’interesse pubblico. Ne è un esempio di questo possibile “conflitto di interessi” la strategia del contante zero che oggi lo Stato sta portando avanti e che tanto desiderava Colao: invece di andare incontro all’interesse della società sembra andare maggiormente verso gli interessi di grandi gruppi finanziari privati.

È giusto inserire un manager, che ha sempre lavorato e continuerà a lavorare per grandi aziende, a capo della gestione della cosa pubblica? Ecco cosa ne pensano Fabio Duranti e Diego Fusaro in questa puntata di ‘Un Giorno Speciale con Francesco Vergovich”

“Colao dice annientiamo il denaro contante, non per fini etici, ma per aprire possibilità alle imprese di aprire i propri servizi e di arricchirsi. Lui è un manager di impresa privata, il mantra di una impresa privata è il lucro. L’investitore non è un benefattore, non è un uomo di Stato con interessi per il benessere della persone. Il suo interesse è il portafogli. Questo è il lavoro dei manager.

Questo non è un errore, è un disegno. Se chiami Colao non stai chiamando qualcuno che ha interesse a fare gli interessi pubblici. Loro oggi hanno la possibilità, con un Governo accondiscendente, di fare quello che è il loro mestiere, che è corretto dal loro punto di vista ma che non lo è dal punto di vista di uno Stato.

Ci sono manager che stanno guadagnando decine di milioni di consulenze, di royalty.. una volta pagare qualcuno per far concludere un accordo commerciale tra Stato e privato si chiamavano tangenti, e andavi in galera. Poi dopo la Prima Repubblica hanno capito che non serviva rischiare di andare in galera per una #tangente… basta affidare un incarico di consulenza”.