“Fatti non foste a viver come bruti”

di Cristina Brigida Ardito – – È sera e passeggiando per le vie del centro, con le luminarie natalizie dedicate al Sommo Poeta, rifletto…
Penso che professionalmente posso ritenermi fortunata. Ci sono tanti negozi con le saracinesche abbassate che non riapriranno più, ed io appartengo alla categoria del pubblico impiego: ho uno stipendio fisso, sicuro, che nessuno ha tolto o decurtato, in tutti questi mesi di pandemia.
Non faccio impresa e non sono titolare di partita Iva, ma festeggiare le ricorrenze natalizie con quell’individualismo nel quale frequentemente si intrinseca egoismo e noncuranza della realtà che ci circonda, non me la sento.

Sono festività che obbligano ad analisi intimistiche sull’essenziale.
Troppe aziende, piccole e grandi, hanno chiuso definitivamente i battenti: i suicidi economici, i licenziamenti, i morti di covid e tante persone scivolate in condizioni di preoccupante indigenza, esigono rispetto.

Ritengo sia d’obbligo morale, per tutti, festeggiare senza clamore, con sobrietà, adottando quel “low profile” in rispetto a tante situazioni drammatiche.
Il 2020, anno horribilis, penso che debba essere esorcizzato e archiviato adeguatamente, ma senza improvvide espressioni di farzo, opulenza o ostentazione.

Vi auguro una buona serata, col cuore!